PALERMO – “Dio ci castigherà per il registro delle unioni civili”. A lanciare l’anatema, a Sala delle Lapidi durante la seduta consiliare e alla presenza del sindaco Leoluca Orlando, è stato il capogruppo dell’Mpa Angelo Figuccia, uno dei tre consiglieri a votare contro il registro che rincara la dose: “Per il sindaco questo è un autogol, anche il Papa denuncia le lobby gay. E contro il Gay Pride faremo il Family Pride il 26 giugno. Io sono un integralista e sono contro la depravazione e la degenerazione”.
Consigliere, perché ha votato contro il registro per le unioni civili?
“Io ho votato contro il registro perché questa delibera mette insieme tutto e il contrario di tutto. Se si fosse trattato dell’unione civile nel senso più bello del termine, allora avrebbe avuto un senso: parliamo di due fratelli o di un uomo e una donna che rimangono soli e si prendono cura l’uno dell’altro. Ma approvare queste delibera alla vigilia del Gay Pride è stato un errore. Il 90 per cento di coloro che l’altra sera in Aula occupavano i posti riservati al pubblico erano omosessuali, e mi ha colpito vedere un essere umano di sessant’anni vestito da donna, anche se donna non è. Un uomo con la minigonna e il seno rifatto: volere a tutti i costi simulare di essere altro rispetto a quello che siamo è contro natura e Dio non lo vuole. Lo dimostra anche l’arca di Noè”.
In che senso?
“Nell’arca di Noè Dio non mise solo uomini e solo cani maschi o solo capre femmine, ma mise un cavallo e una cavalla, un cane e una cagna. Che vuol dire? Che Dio ci ha fatti per essere in un certo modo e questa promiscuità così laica ci porta solo alla degenerazione e alla depravazione e io non lo voglio. Ho più di 60 anni, ho dei figli e dei nipoti e ho festeggiato da poco 40 anni di matrimonio, così come il sindaco Orlando. I giovani d’oggi devono recuperare le tradizioni, chiamando i figli come i padri. Mia madre mi insegnava i dieci comandamenti e tutte queste cose sono state per me una lezione di vita”.
Lei ieri, in Aula, ha più volte attaccato il sindaco…
“Ma io e il sindaco siamo amici da 40 anni, da quando militavamo insieme nella Democrazia cristiana, l’ho sostenuto tante volte. E lui conosce bene i valori a cui mi riferisco, evidentemente è stato mal consigliato da qualche esponente della sua giunta. Il vero obiettivo è l’unione fra persone dello stesso sesso, come in Francia e in Spagna. Orlando qualche giorno fa è andato pure dal Papa, è un Giano bifronte”.
Che c’entra il Papa?
“Io al sindaco l’ho detto con sincerità, con sentimento: non può andare da Papa Francesco, che è diventato un riferimento per il mondo intero e che proprio in questi giorni parla di lobby gay in Vaticano, e poi fare approvare il registro delle unioni civili. Il Papa denuncia queste cose e Orlando, che si professa cattolico praticante, non può fare altro. Tutto questo induce a ritenere che, con ogni probabilità, a Palazzo delle Aquile potrebbe esistere una lobby gay della quale il sindaco, paradossalmente, potrebbe essere vittima. E’ un autogol, e lo dice anche la povera gente”.
La povera gente?
“Sì, quella che mi incontra e mi chiede aiuto, a cui regalo latte e biscotti per i bambini e che mi chiede perché il Comune regali 10mila euro al Gay Pride”.
Però non ho ancora capito perché Dio ci castigherà…
“Dio ci castigherà perché noi credenti lo stiamo offendendo. Dio è buono ma non può tollerare queste cose, stiamo strumentalizzando le diversità di poveri essere umani come quell’uomo vestito da donna e presente in Aula”.
Ma non teme di essere accusato di omofobia?
“No, io sono un integralista ma non ho violentato nessuno e non ho colpe. Ognuno di noi nella propria vita privata può fare quel che vuole, ma a chi ostenta quel che non è sbaglia e non mi sento di condividere il suo pensiero”.
E dire che Palermo a breve ospiterà il Gay Pride nazionale…
“Ognuno deve vivere la sua diversità singolarmente e personalmente. Per questo domani a Palazzo delle Aquile faremo una tavola rotonda sul futuro della famiglia con l’ex deputato nazionale e presidente del movimento “Cristiani per la Nazione” Sandro Oliveri e il 26 giugno terremo il Family Pride: dall’Ars, dove ci sarà un convegno alla Sala gialla, partirà una fiaccolata per la Cattedrale alla quale ho inviato anche il sindaco, che mi ha risposto che verrà, anche se potrebbe prendersi qualche fischio. Una fiaccolata organizzata con mio figlio Vincenzo (vice capogruppo di Mps all’Ars, ndr) e che coinvolgerà cattolici, evangelici e associazioni”.