CATANIA. Il Consiglio d’Amministrazione del Teatro è ormai giunto al capolinea, le cariche sono, infatti, in scadenza ed il teatro Stabile avrà presto un nuovo CdA. Qualche giorno fa – attraverso una nota – è intervenuto sulla questione Giovanni Pistorio della Cgil Catania, il quale ha auspicato che “si avvii una stagione fondata sulla cultura e non sugli interessi economici”, nella speranza che “gli incarichi vengano assegnati a chi ha veramente a cuore la sorte della Cultura e del teatro di prosa e che perciò non si facciano operazioni di calcolo e di riciclo”
Giuseppe Dipasquale, direttore e regista dello Stabile (il cui contratto scadrà nel 2015) commenta la proposta della Cigl nel rispetto delle reciproche competenze, “Il teatro Stabile – spiega – ha una composizione fatta da diversi soci fondatori ( Regione, Provincia, Comune, Camera di Commercio ed Ente Teatri) e oramai da cinquant’anni a questa parte, i soci regolarmente designano un nuovo Consiglio d’Amministrazione, in piena conformità con le consuete procedure istituzionali. Noi non abbiamo avuto nessuna vacatio perché il CdA è scaduto, ed è ovvio che nella loro autonomia presto lo nomineranno. Io sono un organo tecnico, artistico e gestionale – precisa – e sono anch’io soggetto al controllo del Consiglio, dunque, non tocca a me entrare nel merito di tali questioni, ma naturalmente sottoscrivo le parole di Pistorio. La cultura – prosegue – dovrebbe essere avulsa da certi interessi, ma è indispensabile il dialogo: la cultura serve la società, così come la politica, quindi, è necessario che entrambe convergano nella medesima direzione”.
Il regista, infatti, non intende polemizzare, ma ci tiene a rivendicare il prestigio mantenuto dal Teatro Stabile di Catania, nonostante i tagli feroci di cui è stato oggetto all’epoca del Governo Lombardo, “malgrado i tagli, gli attacchi del passato e le difficoltà – aggiunge – questo teatro si riconferma uno dei leader in Italia. È notizia di pochi giorni la notizia dell’ennesima candidatura per gli Oscar del Teatro, già l’anno scorso avevamo vinto. Questo significa che quello che arriva da Catania, evidentemente, è un prodotto che viene valutato positivamente. Nel recente passato – continua – c’è stata sicuramente un’agitazione politica nei confronti di questo teatro, cosa che non ha portato certamente bene, ma solo fatto male, tant’è che l’anno scorso ha determinato tagli enormi”.
Per quanto riguarda, invece, i nuovi assetti al Palazzo degli Elefanti, il direttore non sembrerebbe rimpiangere l’ex sindaco Raffaele Stancanelli, ma, al contrario, appare entusiasta di ritrovare il vecchio amico Enzo Bianco, e fiducioso per l’imminente futuro. “Bianco – sottolinea Dipasquale – è un sindaco con una capacità di promuovere e diffondere la cultura dimostrata, sa bene cosa fare e quali strategie adottare per la cultura, dunque, è ben lungi da me suggerirgli qualcosa. A tal proposito, mi piace ricordare come nell’ultima parte della sua sindacatura (anno 98-99), io insieme a Camilleri fummo coinvolti proprio da lui per una delle più belle estati catanesi che si ricordino. Ricordo ancora – continua – il mio Don Giovanni in Sicilia in Piazza Università ed i vari incontri letterari. Ritengo che ci sia di che ben sperare, sono fiducioso che la cultura così come il teatro avranno un ruolo centrale nelle sue strategie politiche. Noi viviamo di questo, cioè, della possibilità di produrre, realizzare cultura, e raccontarla al pubblico attraverso gli occhi degli artisti”.
Infine, Dipasquale ci racconta qualche particolare della nuova brillante stagione in programma per il 2013/14, nelle storiche sale Verga e Musco, in cui saranno messe in scena produzioni come “Otello” di Luigi Lo Cascio e “ Il giardino dei ciliegi”. “Quest’anno – dice – siamo riusciti a varare una stagione, malgrado le difficolta economiche, che si regge su due principi: il primo il cartellone della sala Verga, il quale raccoglie diverse compagnie di alto livello, con nomi importanti, come Massimo Ranieri, Luca De Filippo, Umberto Orsini, Lello Arena e moltissimi altri che hanno accettato di essere presenti negli spettacoli solo con la percentuale, cioè si metteranno seriamente in gioco insieme a noi. Questo – sottolinea – è un dato fondamentale, significa che non intendono sottoporre il teatro ad un costo preventivo, rischieranno insieme a noi. Il loro guadagno dipenderà da quanto pubblico verrà nelle sale. Per quello che riguarda, invece, la seconda novità – prosegue – il cuore del teatro insieme a tutti gli attori si sposteranno nella storica sala al Teatro Musco, nella quale nel 3 dicembre del 1958 nacque proprio il Teatro Stabile di Catania. Ho interpellato diverse compagnie giovani con progetti indipendenti, e siamo riusciti a mettere in piedi un programma che va dal classico, al moderno fino al contemporaneo. Il Musco sarà un teatro aperto tutti i giorni in cui si macinerà lavoro su lavoro. Queste due novità – conclude – ritengo che siano delle risposte vere e concrete alla crisi, considerando, poi, le difficoltà enormi in cui versa il Teatro Italiano in questo momento (a Palermo per esempio è sull’orlo della chiusura), tutti gli allestimenti in programma confermano, ancora una volta, il nostro impegno ed il rilievo internazionale ricoperto da questo teatro qui a Catania”.