PALERMO – “Non aspetteremo il disegno di legge e ci autoridurremo subito lo stipendio della metà. Il nostro capogruppo non avrà né l’autista né l’auto blu. E allo stesso modo rinunciamo al rimborso elettorale, perché non abbiamo che farcene”. Sono queste le parole di Nello Dipasquale, presidente del movimento Territorio, neoeletto all’Assemblea regionale siciliana.
In realtà Territorio non può fare alcuna richiesta per ricevere il rimborso secondo la legge 96 del 2012, dal momento che alle elezioni non era presente una lista del movimento. Il rimborso spetta invece alla lista “Crocetta Presidente”, che dovrebbe distribuire a Territorio la sua quota parte, in maniera proporzionale ai voti ricevuti dai suoi candidati. “Mi auguro che tutta la lista faccia lo stesso – prosegue Dipasquale –. I nostri rimborsi li distribuiremo ad associazioni che operano nel campo del volontariato, come la Caritas regionale e provinciale”. Mentre i soldi dei grillini resteranno a disposizione del Tesoro, quelli del gruppo Dipasquale quindi rimarranno in Sicilia, anche se i beneficiari al momento non hanno un nome.
Quanto comunica oggi Dipasquale è frutto della riunione svolta dal gruppo parlamentare, cui ha partecipato anche il presidente del partito, Salvo Andò, che Antonio Malafarina aveva definito “un dinosauro della politica”, non certo in termini affettuosi. “Preferisco non fare polemica con un componente della nostra stessa maggioranza – prosegue Dipasquale –. Credo che certe cose non vadano discusse a mezzo stampa. Comunque suggerisco al questore Malafarina di informarsi meglio e stare più attento, perché il movimento Territorio nasce l’8 novembre 2011 e Andò è il suo presidente da quel momento”.
La tribolata composizione della giunta Crocetta sta subendo qualche rallentamento, ma Dipasquale non palesa mal di pancia. “Nell’accordo che avevamo fatto con Crocetta, Lupo e D’Alia ad agosto era prevista una rappresentanza di Territorio dentro l’eventuale governo. Ora il presidente Crocetta ha deciso di andare oltre i partiti, e noi lo condividiamo. Rinunciamo quindi a quanto avevamo pattuito”.
