CATANIA – Dipendenti comunali sul piede di guerra. E’ partito questa mattina lo stato di agitazione dei lavoratori a tempo determinato del Comune di Catania con un presidio in Piazza Università. Lo scopo dichiarato è di “contrastare quell’azione operata dalla governance comunale che, di fatto, non garantisce un’equità che identifichi in maniera oggettiva la professionalità degli impiegati comunali”. Così si sono espressi alla vigilia della manifestazione il segretario provinciale e quello regionale della Uil Funzione Pubblica, Stefano Passarello e Luca Crimi.
Insomma, il sindacato mantiene la promessa e non fa sconti all’amministrazione sul tema incandescente dei precari comunali dopo la smentita delle informazioni veicolate in occasione del bilancio di metà mandato. Al centro della bagarre è finita la slide che annunciava l’ “avvio alla stabilizzazione per cento ottantatré precari”, ma nella delibera 202 del dicembre del 2015 il numero dei precari individuati è di appena trentotto persone.
Tra i malumori che serpeggiano tra i dipendenti c’è l’assenza di politiche volate alla valorizzazione del personale. Il sindacato non lesina critiche nei confronti dell’amministrazione che non pone varie categorie di lavoratori nella condizione di potere “assolvere i propri adempimenti con serenità e tranquillità”. Insomma, i lavoratori chiedono la tanto agognata e promessa stabilizzazione. “L’obiettivo della Uil Funzione Pubblica – aggiungono i segretari – è quello di scardinare quei sistemi che oggi creano il principio della discriminazione tra colleghi: per questo motivo la UIL Funzione Pubblica ha da tempo iniziato una forte contestazione contro l’Amministrazione Comunale”. “Non importa se il dipendente pubblico sia con contratto a tempo determinato o indeterminato, importa lottare per il bene comune, ossia, in questo caso, garantire la propria dignità di lavoratore”, spiegano i sindacalisti.