PALERMO – Per completare il complicato puzzle dei dirigenti generali della Regione Siciliana si partirà da due certezze: nessuna deroga (o quasi) per chi ha già compiuto cinque anni alla guida di uno dei 17 dipartimenti ‘in cerca’ di un capo e “forze fresche”. Una necessità, quest’ultima, per rispondere alle “nuove sfide” del futuro.
Dirigenti generali, parola d’ordine “rinnovamento”
La seconda direttrice di marcia sulla quale Palazzo d’Orleans intende proseguire passa dalla parola “rinnovamento”. I bene informati parlano di “una ventata d’aria nuova” in arrivo nei dipartimenti. In diverse occasioni il governatore Renato Schifani ha rappresentato la necessità di inserire “nuova linfa” nei vertici decisionali della burocrazia per potere affrontare al meglio le scelte che la Regione avrà davanti a sé.
Dirigenti generali, botta e risposta Schifani-Cisl
Intendimenti che il governatore ha messo bene in chiaro anche nel corso dei festeggiamenti in onore di Sant’Agata, quando ha parlato di “certa burocrazia regionale troppo lenta” e dalla quale “non traspare entusiasmo”. Parole che hanno provocato la reazione della Cisl Fp: “Schifani apra il confronto sulla riforma del settore”, è stata la risposta del sindacato.
Gli obblighi dell’Anticorruzione
Tutti gli indizi, quindi, conducono ad una parziale rigenerazione dell’attuale parco dirigenti generali. Sulle scelte influirà anche un preciso obbligo previsto dal Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza adottato dall’Anac: i capi dei dipartimenti particolarmente ‘sensibili’, e con un elevato “rischio corruttivo”, dovranno lasciare inderogabilmente la loro poltrona.

Una regola recepita dal Piao, (Piano integrato di attività e organizzazione) della Regione per il triennio 2025-2027, approvato in Giunta a fine gennaio. Le scelte di Schifani e della sua Giunta, quindi, dovranno tenere conto anche di questo limite. L’unica deroga alla regola dei cinque anni dovrebbe arrivare per Carmen Madonia, che potrebbe restare alla Funzione pubblica che non è considerato un dipartimento ‘sensibile’ per i canoni Anac.
Limite dei 5 anni, chi lascia
Cambieranno, invece, i dirigenti generali delle Attività produttive e dell’Agricoltura, guidati finora da Carmelo Frittitta e Dario Cartabellotta. Raggiunto il limite di permanenza anche per Alberto Pulizzi alla Pesca e Calogero Beringheli all’Urbanistica. Il primo, però, è l’unico dirigente di seconda fascia non ancora rinnovato, l’altro è Antonio Cono Catrini già confermato all’Autorità di certificazione dei programmi cofinanziati dalla commissione europea. Anche per Pulizzi è certa la riconferma in uno degli altri posti di comando liberi.
Protezione civile nel segno della continuità
Rimarrà alla guida del dipartimento di Protezione civile anche Salvo Cocina, ma in questo caso non si tratta di una deroga. Cocina, infatti, guida la Protezione civile da quattro anni e mezzo. Per lui ci sarà poi la possibilità di restare per ulteriori 18 mesi grazie ad una indicazione specifica del Piao che prevede delle “eccezioni” alla durata massima degli incarichi per quei burocrati che si occupano di calamità naturali.
Dirigenti generali, ecco chi resta
Gli uffici, intanto, stanno completando la ricognizione sulla pioggia di domande avanzate dai dirigenti che hanno risposto all’avviso scaduto il 3 febbraio. Tra i confermati ci saranno Silvio Cuffaro e Salvatore Taormina: il primo resterà alle Finanze, il secondo alle Autonomie locali. Rimarrà in sella all’Autorità regionale per l’innovazione (Arit) anche Vitalba Vaccaro. Le scelte di palazzo d’Orleans arriveranno a metà della prossima settimana: ancora qualche giorno, quindi, per ragionare sul mosaico dei dirigenti generali.