Caltanissetta, indagine sul dossier anti-pm: "Ha parlato con Meloni"

Dossier anti pm e millanterie: “Ha parlato con Meloni, la caciottara”

Contatti “millantati” e nessun esponente di governo indagato: le carte dell'inchiesta sul pool anti giudici

CALTANISSETTA – “Lei ha detto che ha parlato con la sorella della Meloni, la quale a sua volta ha parlato anche con Giorgia Meloni, con la caciottara, insomma va!”. L’avvocato Saverio Ingraffia parla di un avvocatessa di nome Rosalba – individuata dagli inquirenti guidati dal Procuratore Salvatore De Luca- come presunto aggancio con i piani alti della politica. Dalle intercettazioni tra i fondatori dell’Osservatorio anti magistrati, finito nel mirino della procura di Caltanissetta, emerge il tentativo di coinvolgere una serie di penalisti per arrivare a ministri e sottosegretari, con lo scopo di entrare nella fase operativa del piano di dossieraggio contro alcuni giudici.

Tre professionisti e politici intercettati

L’ipotesi è associazione per delinquere e violazione della legge Anselmi, la Dia ha perquisito le case di Adriano Tilgher, già condannato per “riorganizzazione del partito fascista”, dell’avvocato Saverio Ingraffia e di Francesco Scala, docente universitario.

Numeroso l’elenco dei “millantati” contatti, dal sottosegretario Andrea Delmastro al ministro Nordio, da agganciare attraverso alcuni amici. Stesso discorso per il noto magistrato Catello Maresca, già sostituto procuratore della Dda di Napoli, consigliere comunale che ha corso per la poltrona di primo cittadino, col sostegno di parte del centrodestra.

Nessun esponente del governo Meloni è indagato, ma i fondatori dell’Osservatorio sostenevano di “avere dei canali aperti” per dare vita a una sorta di “dossieraggio” su determinate toghe, puntando sul sostegno politico di vertici di peso istituzionale e cercando fondi per sostenere il progetto.

Il piano

La Dia intercetta il professore Francesco Scala, che confida di voler fare una “mappatura” su determinati giudici, per esempio che “non sanno fare una sentenza”, o sono “legati a doppio filo o compagni di merenda” di un altro giudice. Lo scopo è di “agire bene”, inviando una serie di “pizzini, colpiamo a sua suocera perché nuora intenda e possiamo fare tutta un’operazione strategica, sotto traccia, che ha una sua efficacia e che ci consente, come dire, cià fanno pure fa! O meglio, la cominciamo a fare prima che questi capiscano e ci mandino delle bordate che ci atterrano”.

Berlusconi e il “nonno”

Il 14 giugno Tilgher e Ingraffia parlano dei funerali di Berlusconi e ricordano come il Cavaliere abbia “imitato tutte le gesta del nonno”, il riferimento sarebbe a Benito Mussolini.

Cercano l’appoggio e soldi, “ci serviranno soldi per le strutture, per organizzare dei canali informatici, perché dobbiamo mettere in piedi un organismo a livello nazionale”.

Tra i penalisti da coinvolgere, Ingraffia parla anche di Manuel Sarno, “amico di famiglia del giudice ministro Nordio”.

Rapporti millantati

I giudici fanno una precisazione “doverosa”, non “vi è prova di effettive interlocuzioni con le soprariferite persone, potendo riferirsi le intercettazioni captate a rapporti di conoscenza solo millantati da parte di Saverio Ingraffia, Francesco Scala o i soggetti con cui costoro si sono interfacciati, con Giorgia Meloni, Carlo Nordio, Andrea Delmastro Delle Vedove e Catello Maresca”. A questo si aggiunge che, anche se le interlocuzioni ci fossero state, non è certo che i politici avessero piena consapevolezza delle reali intenzioni dei fondatori dell’Osservatorio anti magistrati. Ovvero: “La volontà di operare una sorta di dossieraggio con finalità di intimidazione dei magistrati scomodi, ovviamente secondo un’ottica fascista”.


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