"Dove era Dio quel lunedì pomeriggio? Soffriva con Elena"

“Dove era Dio? Era con Elena e soffriva assieme a lei”

Monsignor Luigi Renna, arcivescovo di Catania, si è recato a Mascalucia e ha parlato della necessità di non cedere al sentimento della vendetta

CATANIA – “Dove era Dio in quel lunedì pomeriggio? Era con Maria Elena e soffriva con lei. Perché Dio è sempre dalla parte delle vittime innocenti e mai si può identificare con chi escogita delle ragioni per usare violenza”. L’arcivescovo metropolita di Catania, monsignor Luigi Renna, ha parlato da Mascalucia, il paese dove viveva la piccola di 5 anni che la madre ha ucciso per motivi che ancora oggi risultano tanto insondabili quanto sconcertanti. Da lì ha voluto rispolverare una delle domande che ha lacerato l’Occidente filosofico e teologico all’indomani della Shoah.

Quella di Mascalucia, è una comunità ferità, come lo è del resto l’intera area etnea. Anche per questo, la festa patronale di San Vito (già congelata per due anni a seguito della pandemia) è stata messa tra parentesi e trasformata in un momento di riflessione per cercare di razionalizzare un evento che scardina quella normalità familiare a cui tutti anelano. 

Un tragico destino

Il nome di battesimo è Maria Elena: così l’ha chiamata tutto il tempo l’arcivescovo. Elena Del Pozzo. Una bambina come tante segnata però da un destino tragico. “Questa morte – ha detto ancora Renna – ci interroga come comunità cristiana e civile, perché quando si consuma una tragedia tutti dobbiamo chiederci quale è il suo punto di inizio, cosa è mancato alla persona e alla società in cui la persona vive”.

L’arcivescovo di Catania ha cercato di interpretare i sentimenti di tutti, ma in una chiave cristiana. Una dimensione chiamata a sterilizzare quei sentimenti di pancia che rischiano di alimentare un grottesco e inutile occhio-per-occhio. “Crediamo che questa celebrazione e il nostro riunirci in preghiera – ha detto – possano fermare ogni sentimento di violenza che può naturalmente affacciarsi al cuore umano e temperare allo stesso tempo il dolore”.  Perché “la vendetta – ha detto Renna – non può riportare in vita la piccola Maria Elena; i sentimenti, pur comprensibili, di rabbia e di astio, non daranno pace a nessuno”. 

“Rispettiamo il dolore”

Renna ha rivolto un pensiero anche ai familiari della piccola. “Non vogliamo lasciare nessuno solo di quella famiglia che piange Maria Elena e sta vivendo momenti davvero tragici”. E ancora: “Noi vogliamo essere profondamente umani e cristiani e quindi non vogliamo entrate nella coscienza delle persone e nella situazione di una famiglia che oggi ha diritto al silenzio e alla discrezione. Ogni giudizio – ha concluso – rischierebbe di tralasciare qualcosa di quello che può accadere in quell’abisso che è il cuore umano. Facciamo silenzio e rispettiamo il dolore”.


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