PALERMO – Alla Guadagna i magazzini traboccavano di cocaina, eroina e hashish. Il popolare rione a pochi passi dal mandamento mafioso di Santa Maria del Gesù è da sempre al centro del business degli stupefacenti.
E se si parla di droga alla Guadagna salta fuori, sempre, il cognome Fascella. Padre, figli, nipoti e cugini sono stati condannati dalla Corte di appello presieduta da Mario Conte. Il verdetto emesso mercoledì scorso ha confermato in toto il giudizio di primo grado. Sono passati tanti anni dal blitz della squadra mobile. Era il 2014.
Le condanne
La droga sarebbe arrivata da Napoli e Milano sotto l’egida di due gruppi criminali. Da un lato Francesco Ciccio Fascella (condannato a 14 anni), classe 1938, uomo d’onore e un tempo capo della famiglia mafiosa della Guadagna, e i figli Filippo (14 anni) e Giuseppe (14 anni e 8 mesi). Dall’altro, i fratelli gemelli Giuseppe e Pietro Fascella, nipoti di Ciccio (13 anni e 4 mesi ciascuno). A completare l’elenco dei condannati ci sono Giovanni Vitale (5 anni e 4 mesi), Antonio Guida (5 anni), Benedetto Chimera (12 anni), Giorgio Morici (7 anni), Benedetto Graviano (4 anni), Mario Mancino (6 anni e 8 mesi), Luciano Uzzo (6 anni).
L’inchiesta era iniziata nel 2008 e portò in sei anni al sequestro di oltre due quintali di stupefacenti.
Decisiva fu la collaborazione di Guida. Era rimasto scosso dall’omicidio di Paolo Pizzo, suo amico e pusher della Guadagna. Poi si sarebbe reso conto che era ai Fascella che bisognava rivolgersi per comprare la droga. I Fascella, d’altra parte, aveva raccontato, erano pieni di soldi. Quei soldi che gli avrebbero consentito di monopolizzare il mercato. Come avvenne quando misero un milione di euro sul piatto dei boss della Kalsa per assicurarsi dieci chili di cocaina.
Guida entrò in contatto con Giovanni Vitale (anche lui oggi è un collaboratore di giustizia) che aveva trasformato il suo negozio di animali in piazzetta Lacrime Cristi, a Santa Maria del Gesù, la base operativa dei traffici. Alle sue dipendenze lavorava Giorgio Morici che avrebbe conservato la cocaina nella sua abitazione di corso Italia a Ficarazzi. Morici e Vitale l’avrebbero prelevata, 500 grammi al giorno, per piazzarla ai pusher di mezza città. E gli affari andavano a gonfie vele visto che tra il 2007 e il 2008 avrebbero comprato dai Fascella un chilo di cocaina al mese. La pagavano 50 mila euro e la rivendendevano 60 euro al grammo. Il conto del profitto è presto fatto: dieci mila euro.
Fino ad allora i soldi si facevano solo con la cocaina. Poi, aumentarono anche i consumi di eroina. E i trafficanti non si lasciarono sfuggire l’occasione. Con una novità importante: dal 2008 Guida ha raccontato di essere diventato socio in affari di Filippo Fascella. Per il primo carico di eroina Guida e Vitale avrebbero fatto tappa a Reggio Calabria. La droga arrivava da Napoli e fu trasportata in Sicilia a bordo di una Mercedes classe B. Poi, una volta a Palermo l’eroina – tre chili comprati 105 mila euro – vennero conservati in una stalla a pochi passi dal cimitero di Santo Spirito.
Fu l’inizio di quel “vai e vieni” che diede il nome all’operazione. I poliziotti della Mobile misero gli occhi su Chimera, insospettabile venditore di corredi. Fecero irruzione in un magazzino in salita Mezzagno. Trovarono dodici chili di cocaina, due di eroina e 128 chilogrammi di hashish. E c’erano pure i libri contabili: “Fascella 5.000.000; Fascella 4.000.000”.