"È autistico, niente scuola" |La lotta di una madre - Live Sicilia

“È autistico, niente scuola” |La lotta di una madre

La cooperativa si è finora rifiutata ad effettuare il servizio di trasporto da Paternò a Catania. Per martedì è fissato già un incontro allo scopo d'individuare una soluzione.

PATERNO’ – Quando la disabilità diventa una discriminante sociale. Ne sa qualcosa la signora Cinzia Cusmano che da anni lotta perché suo figlio, 16 anni, autistico, abbia una vita al pari degli altri. Per lei, specie all’inizio di ogni anno scolastico, si ripresentano, puntuali, numerosi problemi. Dal 15 settembre a Marco Aurelio, questo il nome del figlio, non viene, infatti, erogato il servizio di trasporto per recarsi da Paternò, dove vive, fino a Catania, dove il giovane frequenta il terzo anno delle superiori. “Ogni anno – spiega – ottenere quello che è un sacrosanto diritto diventa come invocare un miracolo. Lo dico da sempre, il problema non è la disabilità in sé, ma tutto quello che ci sta intorno”. Secondo il racconto della donna, la cooperativa che effettua il servizio si rifiuterebbe di svolgerlo inspiegabilmente.

“Sono una donna separata – racconta la madre – che cresce da sola i suoi figli, non posso perdere il lavoro. Ogni giorno faccio avanti e indietro tra Catania-Paternò per accompagnare mio figlio a scuola, perdendo così ore di lavoro e giornate intere per fare solleciti, spendendo fiumi di soldi di benzina. Il servizio però non parte, e qualcuno una risposta me la deve dare. Occorre trovare una cooperativa disponibile ad effettuare la tratta. La cooperativa che avevo indicato si è rifiutata finora ad effettuare il servizio, benchè ci siano tutte le autorizzazioni da parte della Città metropolitana. Mi sono ritrovata di fronte ad atteggiamenti davvero poco professionali”.

Già nel corso dell’estate la signora aveva preso accordi con la cooperativa, ma qualcosa è poi andato storto. “Un’assistente avrebbe effettuato – spiega la Cusmano – il servizio individuale come avevamo già fatto negli anni precedenti. Ma il giorno dopo l’inizio della scuola ricevo una telefonata in cui la cooperativa mi informa che non avrebbe effettuato il servizio perchè era improvvisamente diventato ‘illegale’. Ma il trasporto individuale non è affatto illegale, lo autorizza proprio la città Metropolitana e ci sono decine di operatori dagli altri Comuni (Belpasso, Adrano) che ogni anno lo effettuano. Ho paura invece che la cooperativa si rifiuti di espletare il servizio perché economicamente non è particolarmente vantaggioso, essendo mio figlio l’unico studente di Paternò che usufruirebbe del trasporto”.

Marco è infatti l’unico ragazzo di Paternò con disabilità che frequenta le superiori a Catania. Tutti i mezzi delle cooperative non percorrono la tratta in questione. Per ovviare al problema ogni anno la signora Cinzia è ricorsa al trasporto individuale appunto, effettuato con un’operatrice che dovendosi quotidianamente recare da Paternò a Catania per lavoro, prendeva in carico con sé il giovane Marco. “Ho anche scritto una lettera per chiedere aiuto alla città Metropolitana. Scopro inoltre che la cooperativa che ho indicato ha anche sottoscritto il Patto di servizio, un atto con il quale s’impegna a erogare i servizi di trasporto”. Ma l’odissea non termina. L’iter per quanto semplice è il risultato di una sinergia fra scuole e provincia che non sempre però filerebbe senza intoppi. In tale senso Cinzia lamenta dei ritardi ingiustificati. “Mi è stata bloccata la pratica per 5 giorni senza motivo. L’unico che ha cercato finora di aiutarmi è stato il funzionario delle politiche sociali all’ex provincia che ha sollecitato le parti”.

Al momento non risultano altri operatori di Paternò disponibili per effettuare il servizio di trasporto per il figlio. “Ogni anno c’è un problema per un motivo o un altro. Ma è un mio dovere istruire mio figlio e dargli la possibilità di seguire il percorso che desidera. Se non vengo messa nelle condizioni di farlo il problema non è solo mio, ma di tutti. Perché Marco potrebbe essere il figlio di chiunque. Non si possono calpestare così i suoi diritti”.

L’assistente alla comunicazione per Marco è invece fornito da un’altra cooperativa che non effettua però il trasporto da Paternò per Catania. “Mio figlio – prosegue – da anni è seguito da un’assistente alla comunicazione, una validissima psicologa grazie alla quale ha giovato di significativi miglioramenti. Oggi malgrado la sua disabilità è al pari degli altri ragazzi. Quindi sceglierò sempre questa operatrice per lui. È un mio diritto. Ma temo che non affidarsi ad una sola cooperativa per l’espletamento di entrambi i servizi (comunicazione e trasporto) possa evidentemente generare delle dinamiche spiacevoli”, sottolinea. “Adesso l’unica cosa che chiedo è che qualcuno si prenda l’incarico di portare mio figlio a scuola. Io non posso continuare così a lungo”, conclude la signora Cusmano.

AGGIORNAMENTO – Per la signora Cusmano e il figlio Marco si apre però uno spiraglio. Di poche ore è la notizia di un’apertura da parte della cooperativa. Già per la prossima settimana è in programma un incontro allo scopo di individuare quanto prima una soluzione. Ma intanto il tempo passa. Fornire infatti i servizi essenziali alle persone con disabilità non dovrebbe essere un optional, eppure non è sempre così. Sarebbero infatti molti i casi simili a quelli di Marco anche in altri piccoli Comuni.

 


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