E io mi vendo il dente d'oro! - Live Sicilia

E io mi vendo il dente d’oro!

L'oro non tramonta mai, specialmente in grami tempi di crisi. E per sbarcare il lunario c'è pure qualcuno disposto a rimetterci i denti. In senso letterale.
Stratagemmi anti-crisi
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Oro quanto mi costi. Il valore d’acquisto del metallo più prezioso aumenta e, in proporzione, diventa sempre più diffusa la presenza dei “Compro oro”, attività alle quali i palermitani, sempre più in preda alla crisi economica, si rivolgono per sbarcare il lunario. Pochi euro, a volte anche inferiori al reale valore del gioiello venduto o del “molare” venduto: anche i denti d’oro – come raccontano alcuni gestori dei nuovi negozi del centro città – diventano, infatti, oggetto di compravendita. A dimostrarlo sono anche i siti internet in cui gli utenti vengono incoraggiati a “guadagnare qualche soldo rivendendo l’oro che stava nella bocca dei nostri avi”. Necessità o smania di guadagno per togliersi uno sfizio? Entrambi.

“C’è chi è arrivato qui in negozio – racconta Anna, titolare di un “Compro oro” nella zona della Zisa – con protesi da 18 carati. Alcuni dovevano pagarsi la vacanza altra gente era invece disperata, non aveva più un centesimo per fare la spesa. Alla base del fenomeno – conclude Anna – c’è il prezzo dell’oro, passato dai nove euro e cinquanta al grammo del 2002 ai quasi trenta euro attuali”. Non solo collanine, anelli, bracciali e orecchini quindi. Il nuovo business abbraccia a 360 gradi il “tesoro” di chi si sente strozzato dalla crisi economica, ma mai come in questo caso, è idoneo affermare che “non è tutto oro quello che luccica”. Dietro a una macchina d’affari che va come il vento, il cui volume economico si aggira sui trecentomila euro annui a Palermo, ci sono spesso e volentieri irregolarità di ogni tipo. Proprio come dimostrano i risultati dell’attività condotta dal comando provinciale della guardia di finanza, che nel corso del “Cit”, il Controllo Integrato del Territorio avviato a dicembre insieme alla polizia, i vigili urbani e i carabinieri, hanno riscontrato numerose anomalie. A partire dall’evasione dell’imposta sul valore aggiunto.

La maggior parte dei titolari di queste attività – spiega il maggiore Antonio Squillacioti, comandante del gruppo di Palermo della guardia di finanza – comprano l’oro come rottame, ma in quanto materiale rigenerabile, l’imposta sulla differenza tra acquisto e vendita è obbligatoria”. Ma non finisce qui, perché spesso e volentieri non verrebbero chiesti i documenti d’identità al cliente, che invece deve essere obbligatoriamente identificato seconde le regole antiricettazione. Le norme da rispettare non sono soltanto queste, come continua a spiegare Squillacioti: “Chi apre un Compro oro – precisa – ha il dovere di tenere un registro di pubblica sicurezza, firmato dal questore, dove ogni acquisto deve essere documentato. Inoltre – aggiunge – l’oro comprato non può essere rivenduto prima dei successivi trenta giorni”. Tra le irregolarità venute a galla, anche la taratura errata di diverse bilance: “Consigliamo a chi decide di vendere il proprio oro – dice il comandante della polizia municipale Serafino Di peri – di verificare con degli esperti il reale peso degli oggetti da vendere. Teniamo sott’occhio questo tipo di attività – continua – anche sul fronte dell’abusivismo, visto che spesso i gonfaloni vengono posizionati sui pali dell’illuminazione pubblica senza alcuna autorizzazione”. L’abusivismo commerciale, d’altronde, è un fenomeno nei confronti del quale il progetto tra le forze dell’ordine tiene alta la soglia d’attenzione. I controlli, che interessano tutti i quartieri della città, riguardano anche il monitoraggio fiscale delle attività che somministrano alimenti e bevande, il contrasto ai posteggiatori abusivi, il maltrattamento degli animali e il traffico di rifiuti e discariche a cielo aperto illegittime. Guardia di finanza, polizia, carabinieri e polizia municipale, infatti, vengono attualmente affiancate dalle aziende municipalizzate, come l’Amia. Da dicembre ad aprile, come spiega il questore Nicola Zito, sono state rimosse 209 carcasse d’auto; 1320 nello scorso anno. “Il progetto interforze – spiega – ha l’obiettivo di rendere più sicura, ma anche più pulita la nostra città, perché il decoro è sinonimo di civiltà”. “Tutte le criticità del capoluogo – precisa il comandante provinciale dei carabinieri, Teo Luzi – vengono discusse settimanalmente anche coi vertici delle partecipate, in modo che nulla venga tralasciato”. Un piano in cui entrano in azione i baschi verdi e il gruppo di Palermo della guardia di finanza, come sottolinea Stefano Screpanti, comandante provinciale della Guardia di finanza: “In questo modo – dice – riusciamo a coprire il territorio in materia di sicurezza e controllo economico”.


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