PALERMO- “Nei negozi che esponevano il marchio di Addiopizzo non andavamo, saremmo stati degli stupdi”. Monica Vitale, collaboratrice di giustizia, involontariamente ha prestato voce e volto – a Palazzo di giustizia – come testimonial dell’antimafia e dell’antiracket. I ragazzi di Addiopizzo, che nel frattempo sono cresciuti per diventare uomini, dovrebbero chiedere il copyright alla Vitale, scolpire le sue parole ed esporle ovunque. Sono il certificato di una battaglia vinta. E’ una bella soddisfazione contro i risolini della Palermo ironica e immutabile che guardò con consumata strafottenza i volantini appiccicati al muro col monito: “Un popolo che paga il pizzo è senza dignità”.
Ma quando mai! Anche la follia di una notte, l’improvvisa fioritura dei pizzini della legalità, sarebbe passata. Tutto passa a Palermo e lascia dietro di sé una traccia debole. La speranza di un cambiamento collima col vizio degli sciocchi. Nulla è diverso da sé sulla pietra dei secoli. Occhi bassi, mani giunte, implorazioni, sotterfugi e poi la pugnalata alle spalle. Il manuale del perfetto palermitano non prevede diritti né rivendicazioni. Prescrive un’astuta sottomissione che precede il tradimento furbo dei servi.
Quella notte, i ragazzi di Addiopizzo presero per le corna alla storia e la costrinsero a un giro di valzer. Una città sporca, sordida e incosciente veniva messa davanti alla sua nudità, alla vergogna dei suoi compromessi. Non sarebbe stato più possibile voltare il viso e fare finta di niente. Né seppellire la novità sotto l’antica astuzia mafiopanormitana. E che la storia abbia intravisto un corso nuovo è reso credibile dalle parole di una persona che non potrebbe essere più distante dai valori degli ignoti e audaci affissori. Il distintivo di Addiopizzo è un esorcismo per il mafioso, pure per i boss scalcagnati, morsi e incalzati dalla crisi, che sono costretti a spendere gli ultimi centesimi di un orrendo prestigio nel cambio merce con un paio di scarpe griffate. Una testa d’aglio per vampiri, una pallottola d’argento per lupi. Un antidoto per il male. Ricordiamocene sotto Natale, quando saremo coinvolti nel flusso di una festività con le tasche vuote. Alle volte, bastano una notte e un adesivo per riuscire lì dove hanno fallito centomila stelle comete.