"Privitera, un catanese |alla corte dei corleonesi" - Live Sicilia

“Privitera, un catanese |alla corte dei corleonesi”

Secondo alcuni collaboratori di giustizia, Orazio Privitera,  il capomafia dei Carateddi "conosceva i Lo Piccolo" e il superlatitante "Matteo Messina Denaro".

IL PROFILO DEL BOSS
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CATANIA – Il boss Orazio Privitera, detenuto al regime del 41 bis e ritenuto uomo di vertice del Clan Cappello. Privitera fino al suo arresto, avvenuto nel gennaio del 2010 dopo un periodo di latitanza per essere sfuggito al blitz Revenge, era considerato il capo indiscusso dei Carateddi, vero e proprio braccio armato della cosca. Da diversi collaboratori di giustizia è indicato come “uomo d’onore battezzato a Palermo dagli uomini di Bernardo Provenzano”. Rapporti continui e costanti con la cupola

In altri verbali di pentiti si legge: “Sapevamo che il Privitera conosceva i Lo Piccolo e Matteo Messina Denaro”. Un catanese alla “corte” dei corleonesi, insomma. A Privitera, condannato per associazione mafiosa e droga, lo scorso anno gli è stata inflitta, con sentenza di primo grado, una pena all’ergastolo per essere mandante e esecutore di tre omicidi. Sentenza definitiva della Cassazione, insieme a tutto il “gotha” dei Cappello, per l’omicidio di Nicola Lo Faro.

Orazio Privitera, dal carcere, avrebbe continuato ad impartire ordini e direttive al suo gruppo attraverso Tina Balsamo, la moglie, finita il carcere lo scorso febbraio nel blitz della Dia Prato Verde.


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