“Sono contento di essere tornato a casa”. Sono queste le prime parole che il piccolo Eitan ha detto all’agente che lo ha accompagnato a casa, nel paesino di Travacò Siccomario, dopo il suo rientro in Italia.
I familiari si sono emozionati al rientro del piccolo Eitan, unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, che si è ritrovato in mezzo ad una disputa per l’affidamento tra i familiari del padre e della madre. Il piccolo è tornato in Italia, dove vivrà “stabilmente”, ieri sera dopo essere stato rapito e portato in Israele lo scorso settembre dal nonno materno Shmuel Peleg.
I legali hanno chiesto di “spegnere i riflettori sulla sua vita privata” e lanciato l’appello per “per permettere ad Eitan di riprendere la sua vita di bambino di 6 anni“.
Il rientro è avvenuto intorno alle 22 con un volo proveniente da Tel Aviv e arrivato a Bergamo. Con il piccolo c’erano la zia paterna Aya Biran, nominata fin da subito dopo l’incidente sua tutrice, suo marito Or Nirko e le due cuginette con cui è praticamente cresciuto e che, all’indomani del suo sequestro, lo hanno pure loro raggiunto nello Stato del Medio Oriente. Ad attenderlo nella villetta di Travacò Siccomario, di fianco a quella dove viveva con mamma e papà, c’erano i nonni paterni.