Strage Mottarone, Eitan rapito dal nonno e portato in Israele - Live Sicilia

Strage Mottarone, Eitan rapito dal nonno e portato in Israele

Continua la disputa tra le famiglie per l'affidamento del piccolo
LA DENUNCIA
di
3 min di lettura

Il piccolo Eitan, il bimbo israeliano di 6 mesi sopravvissuto alla tragedia del Mottarone dello scorso maggio, sarebbe stato rapito dal nonno materno e portato in Israele.

Il bimbo, da mesi, è conteso dalla famiglia materna e la zia paterna che vive a Pavia e che ha la tutela dopo la morte dei genitori. “Oggi non è stato riportato all’orario stabilito dopo un incontro con i famigliari della mamma”, spiegano i legali della sorella del papà, Aya Biran Nirko.

Armando Sibari che, con Cristina Pagni e Massimo Saba, assiste la signora Biran zia di Eitan, ha dichiarato all’Ansa: “Siamo sconvolti e increduli che siano arrivati a tanto”. Conferme sull’arrivo in Israele del piccolo Eitan arrivano anche da Milo Hasbani, capo della comunità ebraica di Milano.

Eitan – secondo la ricostruzione della tv israeliana Kan – avrebbe lasciato la casa a Pavia con il nonno ieri mattina. La zia, non vedendolo rientrare, ha tentato di contattare l’uomo fin quando non ha ricevuto un suo messaggio nel quale si informava – sempre secondo la ricostruzione dell’emittente – che “Eitan è tornato a casa” in Israele. La stessa fonte ha poi aggiunto che Aya Biran-Nirko ha anche successivamente ricevuto un messaggio dall’avvocato di Shmulik Peleg, il nonno materno, nel quale si confermava che Eitan era arrivato in Israele.

Il viaggio dall’Italia – racconta la tv israeliana – è stato reso possibile dal fatto che il nonno “continuava ad avere il passaporto israeliano del bambino, in contrasto con quanto disposto da un giudice italiano”. La donna ha quindi presentato una denuncia alla polizia italiana affermando che “il bambino è stato rapito dal nonno”.

Il ministero degli Esteri ha fatto sapere che “sta verificando la fondatezza delle informazioni”. Da mesi il piccolo è al centro di una contesa tra la zia materna che vive nello Stato ebraico e quella paterna, a Pavia. Già lo scorso agosto la zia materna Gali Peri durante un’intervista aveva rivendicato l’affidamento del bimbo, sostenendo che Eitan si trovata in Italia “in una famiglia che non lo conosceva, che in precedenza non era stata a lui vicina in alcun modo” e subito dopo aveva aggiunto che il “piccolo era in ostaggio” e sarebbe dovuto tornare in Israele. Gali ed il marito Ron Peri avevano anche annunciato di aver dato istruzione al loro legale, Ronen Dlayahu, di richiedere l’adozione del bambino, affinché crescesse in Israele “così come avrebbe voluto sua madre”.

“La nomina della dottoressa Biran Nirko a tutrice di Eitan – avevano sottolineato all’epoca i legali della zia paterna in Italia – è stata disposta e confermata dai giudici tutelari competenti”. Dopo la tragedia della funivia del Mottarone, Eitan – che ha perso la mamma, il papà ed il fratellino – è stato affidato in prima istanza alla zia paterna Aya dal tribunale dei minori di Torino. Una volta dimesso dall’ospedale è stato accolto nella sua casa a Travacò, in provincia di Pavia. Ed è stato disposto che la famiglia materna potesse vedere il bambino due volte alla settimana, per due ore e mezzo ciascuna. Fino ad oggi, quando al termine di una di quelle visite programmate, non è stato riportato a casa.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI