Elezioni Europee, l'importanza di "usare" bene il voto

Elezioni Europee, l’importanza di “usare” bene il voto per Bruxelles

Le libertà e i diritti garantiti dall'Ue

Tra meno di cento giorni circa 370 milioni di cittadini europei saranno chiamati ad un grande esercizio di democrazia: l’elezione dei membri del Parlamento Europeo, unica Istituzione europea eletta dal popolo. Use your vote”, usa il tuo voto, è lo slogan adottato dallo stesso Parlamento Europeo per invitare gli aventi diritto dei ventisette Paesi membri dell’Unione a recarsi alle urne. 

Il voto sia consapevole e informato

Anche l’Unione Europea è una democrazia, nella quale l’esercizio del diritto di voto consente agli individui di avere voce in capitolo nei processi decisionali che li riguardano e garantisce loro di partecipare alla formazione di un comune futuro, non meno di quanto accada con gli appuntamenti elettorali nazionali. In quanto prezioso ed essenziale, è necessario che ogni singolo voto sia consapevole ed informato.

Le guerre dei partiti

In prossimità della campagna elettorale, come già accaduto altre volte, si assiste invece alla trasformazione di quell’appuntamento da parte dei partiti in un test per misurare equilibri e rapporti di forza. Si punta a presentare i candidati secondo logiche interne e con modalità tali che i capilista, che con tutta probabilità non siederanno mai nell’Aula del Parlamento Europeo, vengono individuati solamente per capitalizzare il consenso e trascinare l’elettorato, per poi lasciare il seggio ad altri, preventivamente designati. Tutto ciò significa, però, distogliere l’attenzione dalla materia vera del voto e dalla sua importanza. 

Bruxelles decide la vita quotidiana

Le imminenti elezioni del Parlamento europeo rivestono enorme rilevanza; ciò anche se le Istituzioni comunitarie vengono percepite talvolta, anche geograficamente, come lontane. L’Unione Europea ha, invero, un peso rilevante nella vita di noi cittadini. È a Bruxelles che si determina circa il settanta per cento delle legislazioni nazionali: ciò significa che gran parte della nostra vita quotidiana in merito all’economia, alle politiche sul lavoro, all’ambiente ed alla sostenibilità, ai diritti umani è decisa fuori dall’Italia. Negli anni, gli Stati membri hanno delegato una parte crescente delle loro competenze alle Istituzioni comunitarie, decidendo di condividere la loro sovranità al fine di amministrare insieme temi di rilevanza comune. Esattamente come avviene in Italia nella ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni, l’Unione è titolare di alcune competenze esclusive, specialmente in quegli ambiti che non possono essere affrontati isolatamente, e di altre concorrenti con quelle degli Stati stessi.

Le opportunità dell’Europa

L’Unione Europea può dunque considerarsi un grande esperimento di unione di popoli, culture ed economie differenti in una casa comune: e senza timore di smentite può affermarsi che l’esperimento è, fino ad ora, riuscito. Ad oggi, infatti, l’Italia senza l’Ue, nonostante talune voci dissonanti, sarebbe più povera sia in termini economici che culturali e sociali. Pensiamo alle quattro libertà fondamentali assicurate dall’appartenenza all’Unione Europea: libera circolazione delle persone, delle merci, dei capitali e dei servizi. Ognuna di queste assicura un bagaglio di tutele ed opportunità che ogni cittadino europeo possiede, indipendentemente dalla nazionalità.

Il sistema Europa

L’Unione Europea promuove, inoltre, la solidarietà tra gli Stati membri, attuando una politica di coesione sociale, economica e territoriale con l’obiettivo della riduzione dei divari strutturali tra gli Stati. Basti pensare agli interventi finanziari attuati per mezzo del sistema dei Fondi o al MES (del quale, recentemente, l’Italia è l’unico paese dell’Eurozona ad avere negato la ratifica). Ma è soprattutto nel campo dei diritti umani che ciascun cittadino europeo possiede un bagaglio granitico di tutele, a prescindere dal diritto nazionale. La maggior parte delle leggi che tutelano l’uguaglianza sul posto di lavoro, il diritto ad un equo processo, il rispetto dell’ambiente, i diritti dei consumatori, hanno una radice comunitaria. 

Il pericolo euroscetticismo

Il processo di integrazione europea si è, però, trovato ad affrontare battute d’arresto provocate da crisi e da difficili riprese. In queste fasi si è assistito alla emersione delle tendenze, sempre latenti, che auspicano un rafforzamento delle prerogative dei singoli Paesi davanti a situazioni contingenti di difficoltà (la crisi economica, la minaccia del terrorismo, la crisi pandemica, la guerra in Ucraina), contribuendo in tal modo ad inasprire l’euroscetticismo. Quest’ultimo ha trovato terreno fertile, è inutile negarlo, in quel comune sentire che nel corso della storia ha dato linfa ad istanze nazionalistiche ma anche in talune decisioni delle Istituzioni comunitarie connotate da visioni più burocratiche che politiche. 

L’Ue non è un problema ma una delle soluzioni

Certo, la gestione di situazioni critiche contingenti da parte delle istituzioni europee può essere perfettibile; ma non per questo acquistano legittimità i dubbi sulla esistenza stessa dell’Unione, così come nessun cittadino siciliano o friulano mette in dubbio l’esistenza della nostra Repubblica, nemmeno quando la legge finanziaria non è gradita o quando si assiste a numerosi sbarchi di migranti. Le crisi dovrebbero spingere ad interrogarsi, piuttosto, sulla possibilità ed opportunità di nuove competenze (per esempio, in tema di gestione dell’emergenza migratoria) e di una più accentuata gestione comune: l’Unione Europea non è il problema, ma può essere una delle soluzioni. 

L’impegno dei candidati

Il risultato elettorale di queste decime elezioni del Parlamento Europeo può essere centrale per la definizione delle priorità dell’Unione: è necessaria una campagna di sensibilizzazione ed informazione da parte dei media e, al contempo, deve arginarsi la disinformazione che spesso passa dai social. Inoltre, è necessario che chi aspira al seggio a Bruxelles sia realmente presente, costruttivo, interessato ad indicare obiettivi e strategie comuni e a spendersi su temi che ogni giorno impattano sulla vita di milioni di cittadini europei, consapevole di fare non l’interesse di un Paese, ma dell’intera Unione. Spetta però a noi elettori, in definitiva, sapere scegliere. Scegliere bene per dare forza ad un Europa migliore, per abbattere barriere, creare diritti, opportunità e sviluppo per tutti. A questo saremo chiamati nelle prossime elezioni di giugno.


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