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Le elezioni politiche
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di Marco Dell’Omo (Ansa)

ROMA – Cinque anni fa erano tutti illustri sconosciuti. Era l’epoca di “uno vale uno” e del divieto di andare in televisione. Oggi che i tempi sono cambiati e che il movimento non ha più la sindrome della contaminazione con gli altri partiti, le liste dei cinque stelle cambiano pelle. Di volti noti ce ne sono in abbondanza. E sono anche cadute certe ostilità come quella verso i giornalisti e gli ex politici.

Alle parlamentarie si è presentato Emilio Carelli, già vicedirettore di Tg Studio Aperto su Mediaset e del tg di Sky. Ma c’è anche Gianluigi Paragone, ex vicedirettore del Tg2 e ora su La7 con il suo talk show “La gabbia”. Le vecchie preclusioni contro i professionisti dell’informazione fanno parte di un’altra era: non solo la partecipazione ai talk show, che un tempo era motivo sufficiente per essere cacciati in malo modo, non è più vietata, ma ora i mezzi busti sono ben accetti: sia quelli più moderni e social, come Paragone, sia quelli con una lunga carriera nell’establishment dell’informazione televisiva alle spalle.

Allo stesso modo aver indossato un’altra casacca politica non sarà un ostacolo: in lista potrebbe esserci alcuni ex dell’Idv: Elio Lannutti, attuale presidente dell’Adusbef e l’ex deputato Pierfelice ZazzeraLe nuove regole non impongono più l’iscrizione e la militanza nel movimento per potersi presentare. La voglia di avere i rappresentanti della cosiddetta “società civile” nelle proprie liste non è più un tabù.

I cinque stelle fanno oggi quello che hanno fatto per tanti anni i partiti della prima e della seconda repubblica. C’è aria di candidature “anni ’80”, quando nelle liste delle forze di maggioranza e opposizione finivano celebrità varie, nella speranza che funzionassero da traino. Erano i tempi di Gerry Scotti nel Psi, Gino Paoli nella sinistra indipendente, Cicciolina nei radicali.

I cinque stelle non hanno più remore ideologiche a tirarsi in casa persone popolari presso il grande pubblico televisivo. E’ il caso di Gregorio De Falco, il capitano della guardia costiero diventato una star per quella frase (“torni a bordo, cazzo!”) urlata al comandante della Costa Concordia Schettino che abbandonava la nave. Ma è anche il caso della “iena” Dino Giarrusso, l’autore del servizio con le accuse al regista Fausto Brizzi di essere un molestatore.

Le porte potrebbero aprirsi anche per chi con il movimento ha già un certo feeling: il vignettista Mario Improta (nome d’arte “Marione”), dopo aver fatto il pieno di “like” sui social ed essere stato promosso sul blog di Beppe Grillo, potrebbe arrivare alla Camera. “Finora ho fatto politica con le vignette, perché per la gente normale una vignetta arriva più diretta di tanti discorsi”. Se ce la farà a essere eletto vorrebbe entrare nella commissione di Vigilanza Rai. Poco più di una provocazione quella del finanziere Alessandro Proto. Finito in carcere per truffa, ora tenta la carta delle parlamentarie M5s: per lui zero speranze di passare il filtro iniziale.

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