Sicilia, Di Paola e le elezioni: "A primavera campo largo in ritiro"

Regionali, Di Paola accelera: “A primavera campo largo in ritiro”

Dal Pd a De Luca, passando per le intese con gli autonomisti sui rifiuti: parla il leader M5s
L'INTERVISTA
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6 min di lettura

PALERMO – Imprimere una accelerazione nella costruzione del campo largo in Sicilia “perché bisogna fare tesoro degli errori commessi e non regalare tempo al centrodestra”. Nuccio Di Paola, coordinatore regionale del Movimento 5 stelle, guarda alle Regionali del 2027 e lancia la sua idea: “Un ritiro di due giorni in una abbazia per chiarirsi le idee e dare vita a una proposta comune”.

Primo destinatario di una proposta dal forte sapore ‘prodiano’ sarà il Pd, “quando sarà conclusa la sua fase congressuale”. Di Paola, del resto, è l’unico contendente delle ultime elezioni a non avere oltrepassato le linee nemiche per approdare al centrodestra (“e non lo farò”, scherza), elemento che lo autorizza, di fatto, a parlare da leader di una coalizione che, però, è tutta da costruire.

Chinnici, Armao e ora De Luca. Lei è davvero l’ultimo candidato del 2022 rimasto all’opposizione.
“E le assicuro che non passerò con Schifani (ride, ndr). In questi due anni e mezzo farò di tutto per costruire un esercito di liberazione della Sicilia. Voglio farlo assieme a tutte le forze sane che intendono creare una alternativa a chi ha governato l’Isola negli ultimi 25 anni, se si esclude la parentesi Crocetta”.

Parla in pratica da leader di coalizione e candidato presidente.
“Mi faccio costruttore di un campo alternativo e competitivo. Sulla candidatura alla presidenza della Regione si vedrà. Dovrà essere la persona che sarà in grado, più di tutti gli altri, di aggregare”.

Il primo interlocutore sarà quel Pd che vive giorni molto difficili.
“Ho grande rispetto per il loro dibattito interno e non voglio esprimermi nel merito. Dico, però, che le discussioni, anche aspre, sono normali nei partiti non padronali e rappresentano il sale della democrazia. Pd e M5s non sono partiti padronali ed è giusto che ci sia forte vivacità al loro interno”.

Quando partirà questo dialogo M5s-Pd?
“Quando il Partito democratico concluderà il suo percorso, il giorno dopo inviterò il nuovo segretario a fare un ritiro tutti insieme in un’abbazia. Aggregheremo tutte quelle forze che vogliono costruire un percorso alternativo a quello degli ultimi 20 anni”.

Sembra di rivedere i ritiri dell’Ulivo di Prodi.
“La primavera sarà il periodo perfetto per questa operazione. Riuniremo deputati, sindaci e consiglieri comunali di questo campo alternativo per due giorni. Ne usciremo più forti di prima. Se bisogna costruire è necessario farlo fin da subito, non voglio aspettare gli ultimi sei mesi prima del voto”.

Le ferite del 2022 bruciano ancora.
“Bisogna fare tesoro delle esperienze fatte. Ripeto, facciamo un ritiro con tutte le persone che si sentono alternative a Schifani. Ci si confronti, anche in maniera aspra se necessario, ma poi si esca con una sintesi. Se vogliamo liberare la Sicilia dobbiamo partire adesso”.

Il M5s sta già mobilitando la base con un ciclo di incontri tematici.
“Le assemblee pubbliche che partiranno a febbraio saranno un modo per trovare delle soluzioni concrete ai problemi della Sicilia ma anche per costruire un programma partecipato dal basso. Ci confronteremo al nostro interno e ci apriremo a personalità esterne con comprovata esperienza nei vari settori”.

Fino a qualche mese fa sembrava che Cateno De Luca potesse essere un suo competitor, ormai anche lui è verso altri lidi.
“Parteciperò alla sua convention dell’8 febbraio a Palermo. A Cateno riconosco le sue grandi capacità di amministratore ma un’alternativa non si costruisce cambiando idea spesso né offendendo gli interlocutori. Credo che possa portare la sua esperienza di ottimo amministratore all’interno di una coalizione ma dubito possa esserne il collante”.

Detta così sembra che nutriate ancora la speranza di potere recuperare Sud chiama Nord.
“Chi vuole costruire veramente qualcosa di alternativo a ciò che la Sicilia è stata negli ultimi 25 anni deve dare dei segnali forti e non mi pare che Cateno lo abbia fatto. Ad oggi dico che non può fare il collante di una coalizione alternativa a Schifani. Spero che possa cambiare idea ma ho capito che chiede di essere lui il leader. Se vorrà andare con FdI ne prenderemo atto e gli augureremo buona fortuna. Ad ogni modo, sono curioso di ascoltare le sue riflessioni dell’8 febbraio”.

C’è poi Ismaele La Vardera, con il suo movimento appena nato.
“Sarò anche da lui il 14 febbraio. Se vogliamo vincere e governare bisogna ascoltare tutti e dirsi le cose come stanno. Ismaele sta lavorando bene, facendo una opposizione intransigente. Il suo percorso dovrà però essere canalizzato, solo così potremo trovarci dalla stessa parte”.

Cosa manca al centrosinistra oggi?
“La sfida di questi due anni e mezzo, durante i quali proverò ad aggregare chi vuole credere in questo sogno, è fare capire ai siciliani che da questa parte c’è una coalizione fatta da partiti autorevoli che vogliono dare un governo diverso alla Sicilia. Non soltanto la denuncia di ciò che non va”.

C’è poi il Mpa, che ha votato con voi la legge sulla ecotassa in favore dei Comuni che ospitano le discariche.
“Abbiamo votato insieme una legge importante. Adesso i Comuni che ospitano le discariche otterranno il 35% delle royalty che i proprietari di quei siti pagano alla Regione. Una norma giusta che mette la Sicilia al pari, se non più avanti, delle altre regioni”.

Ha in animo di dialogare anche con gli autonomisti?
“Qui nessuno dice chiaramente una cosa: il M5s è da sempre contro gli inceneritori, strumenti che consideriamo obsoleti e che rappresenteranno uno spreco di denaro, ma la realtà è anche anche anche il leader Mpa Raffaele Lombardo è contro questa soluzione. Fu lui a bloccarla appena giunto a Palazzo d’Orleans nel lontano 2008″.

Fare asse con il Mpa per bloccare i termovalorizzatori, e poi?
“Ci siamo ritrovati sulla stessa sponda per la legge sulla ecotassa, mi rivolgo a loro: non abbiano paura a dire che sono contro gli inceneritori voluti da Schifani e Cuffaro e che servirebbero, invece, impianti di stoccaggio per la differenziata. Su questo tema sono pronto a fare percorsi comuni con chiunque la pensi come noi. Sono opere inutili che non risolveranno il problema dei rifiuti. A tuti questi mondi dico: ‘alzate la voce e dite chiaramente che gli inceneritori non servono’. Non abbiano paura, sappiano che una alternativa a Schifani c’è ed è il Movimento 5 stelle. Certo, come prima cosa gli autonomisti dovrebbero lasciare l’assessorato all’Energia…”.

Faraoni alla Sanità, che idea si è fatto?
“Sammartino ha vinto su Cuffaro, Tamajo e Fratelli d’Italia. Faraoni è una vittoria dell’esponente leghista anche nei confronti di Forza Italia e dei meloniani che sono sempre più ai margini”.

In commissione Salute la neo assessora ha mostrato un piglio decisionista.
“La sanità regionale è in frantumi e io di assessori decisi neo ho visti molti, poi però sappiamo come sono andate le cose. Oggi bisogna parlare il meno possibile e concretizzare i servizi mancanti. La sanità territoriale, purtroppo, è stata completamente smembrata e il nostro sistema è incentrato esclusivamente sugli ospedali. Il rischio è che fra tre anni ciascun siciliano dovrà dotarsi di una assicurazione privata per potersi curare e chi è povero o in difficoltà economiche rischia la propria salute. Davanti a tutto questo, la politica targata centrodestra discute solo di nomine”.


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