CATANIA – Un nucleo familiare in emergenza abitativa. L’inadeguatezza dell’alloggio “provvisorio” assegnato nel 2007 ha costretto Riccardo Alberio e Manuela Alì a mandare fuori casa due dei quattro figli. Con l’aiuto dei servizi sociali sono state trovate diverse sistemazioni ai ragazzini. La situazione era diventata insostenibile: sei persone in due stanze. Riccardo e Manuela ripercorrono la loro storia abitativa – da sempre in emergenza – mostrando tutte le “carte”, le “domandine”.
L’assegnazione di un alloggio popolare adeguato al nucleo familiare sembra una chimera. “Ogni volta scivoliamo sempre in basso nella graduatoria – dice Manuela – se i posti sono sessantaquattro, noi siamo sessantacinquesimi, e cosi via”. Riccardo lavora saltuariamente e non può sostenere un affitto.
I quattro figli, di quattordici, undici, quattro e due anni, condividevano uno stanzino, numerosi gli incidenti domestici, i certificati del pronto soccorso, scrupolosamente conservati dai due genitori non lasciano spazio a dubbi. Due stanze e nessun balcone, ventotto metri quadri. L’alloggio provvisorio, è tale da nove anni. “Nessuno ci riceve – raccontano i coniugi – aspettiamo da tempo di incontrare l’assessore”.
La situazione di Manuela e Riccardo non rappresenta una novità, purtroppo sono molti i casi presenti nella zona di Trappeto nord. Emergenza abitativa e disagio sociale si confondono spesso in realtà problematiche e la IV municipalità non fa eccezione, lo stesso presidente Emanuele Giacalone, ci conferma questo dato. Gli alloggi popolari si trovano a cinquecento metri da piazza Beppe Montana, inaugurata l’undici marzo scorso alla presenza del capo della Polizia Alessandro Pansa.