Enav, inchiesta appalti |"Prestanome vicino ai Santapaola" - Live Sicilia

Enav, inchiesta appalti |”Prestanome vicino ai Santapaola”

Tribunale di Roma

Sebastiano Giallongo, coinvolto nel 2004 in un'inchiesta sulla famiglia Santapaola, è stato arrestato insieme ad altre nove persone con l'accusa di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e fatture false. LA REPLICA DELL'ENAV

PROCURA DI ROMA
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CATANIA –  L’ombra del Clan Santapaola nell’inchiesta degli appalti Enav – Finmeccanica condotta dalla procura di Roma sfociata oggi nell’esecuzione di 10 ordinanze di custodia cautelare in carcere da parte del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza e del Ros dei Carabinieri, oltre a perquisizioni in tutta Italia.  Dalle indagini sarebbe emerso uno svuotamento di denaro per oltre 15 milioni della Arc Trade srl di Marco Iannilli, che sarebbe stata costituita appositamente «per ottenere appalti illecitia alla Selex Sistemi integrati», attraverso l’intermediazione di Lorenzo Cola, ex consulente “globale” di Finmeccanica. Finanze che poi sarebbero arrivate nelle tasche di prestanome e tra questi ci sarebbe una persona vicina alla criminalità organizzata catanese.

Per i reati di  bancarotta fraudolenta, riciclaggio, fatture false sono finiti in manette Marco Iannilli, Maurizio Caracciolo, David Romano, Sebastiano Giallongo, Cristian Palmas, Nicola Gargiulo, Roberto Carboni e Massimiliano Damiano. Le società coinvolte nella maxi inchiesta della procura della capitale sono la Suiconsulting srl, Proxy srl, Gklona Trading srl, Adv&Partners srl, Adv Charter srl, Consulenza e finanza srl, Gartime Llc Logistic Consulting, Hardware Software Consultants Srl e Aesseggi srl.

Il legame con Cosa Nostra etnea sarebbe Sebastiano Giallongo, rappresentante legale della Suiconsulting. Nell’ordinanza del Gip di Roma si legge che Giallongo risulta “formalmente incensurato” ma in passato è stato “presidente di un’associazione culturale operante in Catania, la cui sede è stata sottoposta a sequestro preventivo il 27 febbraio 2004”, in un’inchiesta “a carico di Matteo Arena ed altri soggetti accusati di far parte del clan mafioso Santapaola”. Secondo gli investigatori Iannilli, per sua stessa ammissione alla magistratura, aveva ottenuto il controllo della Arc Trade proprio al fine di poter ottenere tramite Lorenzo Cola appalti dalla Selex.  L’arrestato ha anche già raccontato agli inquirenti lo “stratagemma contabile” con cui avveniva lo svuotamento delle casse dell’Arc Trade. Nel solo 2009 c’era stata una sovrafatturazione di circa 3 milioni di fatture per l’acquisto di forniture da alcune società coinvolte nell’inchiesta. Tra queste operazioni, precisa il Gip, e da qui evinche il legame con il clan Santapaola, Iannilli è stato “chiamato  a rispondere di una parte di esse in concorso con Sebastiano Giallongo. Sul profilo di quest’ultimo il Giudice per le indagini preliminari, nell’ordinanza specifica che l’indagato pur mostrando una “capacità reddituale irrisoria” risulta però  “titolare di numerosi rapporti di conto corrente bancario”.

L’inchiesta  prende spunto dal fallimento della Arc Trade dichiarato dal Tribunale di Roma con sentenza del 19 settembre 2012; e in particolare, scrive il Gip, questo procedimento costituisce lo sviluppo di altre inchieste già avviate che hanno ad oggetto proprio questo sistema illecito delle sovrafatturazioni impiegato da alcune società commerciali operanti nel settore delle commesse o dei subappalti assegnati dalla società Selex Sistemi Integrati (gruppo Finmeccanica) e dall’Enav, Ente Nazionale di Assistenza al Volo”.

Oltre ai 10 arrestati, la procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati anche Cola, Tommaso Di Lernia (imprenditore soprannominato “il bancomat”), Alessandro Grassi, Stefano Massimi, Angela Grignaffini, Simone Pasquini, Claudio Tinto, Natalia Vieru, Stefano La Porta, Alessandro Amato, Maria Lanzafame, Claudio Albano, Roberto Carboni e Umberto Bruno Mariani.

Il comunicato stampa dell’Enav.  “Enav osserva la propria assoluta estraneità alla vicenda – sottolinea in una nota l’amministratore unico Massimo Garbini- che coinvolge società e persone con le quali Enav non ha più da tempo alcun rapporto. Pur comprendendo l’esigenza giornalistica di fare riferimento alla nota inchiesta ‘Appalti Enav’, spiace leggere ancora oggi il nome di Enav, un’eccellenza del sistema Paese, – conclude il comunicato – associato a notizie di cronaca giudiziaria che non riguardano più direttamente la società”.


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