ENNA – Giuseppe Rugolo, il sacerdote condannato a 4 anni e mezzo di carcere per “violenza sessuale aggravata a danno di minori”, ha presentato appello contro la sentenza emessa dal tribunale di Enna lo scorso 5 marzo.
Enna, la violenza sessuale e l’appello
Gli avvocati del prete, Antonino Lizio e Dennis Lovison, contestano tutto l’impianto accusatorio e chiedono sia la riapertura del dibattimento per l’assunzione di prove a discarico dell’imputato sia di ascoltare altre due giovani.
I legali parlano di motivazione illogica, contraddittoria ed errata che avrebbe portato il Tribunale di Enna a travisare “la documentazione, emettendo una motivazione nella quale perviene a conclusioni scorrette nonché prive di supporto probatorio e, conseguentemente, ad un giudizio di colpevolezza errato”.
La tesi della Curia
Anche la Curia di Piazza Armerina, ritenuta dal tribunale responsabile civilmente in solido con Rugolo, ha presentato appello alla sentenza. Gabriele Cantaro, il legale del vescovo Rosario Gisana, sostiene che la Curia essendo un soggetto privo di personalità giuridica non può essere ritenuta responsabile civilmente.
“Le uniche persone giuridiche legalmente riconosciute , nell’ambito territoriale della Diocesi di Piazza Armerina – si legge nell’appello – sono la diocesi ed il seminario vescovile, ma certamente non la Curia”.
Archiviate le querele ai giornalisti
Il Gip del Tribunale di Enna, Giuseppe Noto, dopo l’udienza che si è tenuta lo scorso 1 ottobre, ha archiviato il procedimento penale a carico dei giornalisti Pierelisa Rizzo e Filippo Occhino, direttore della testata on line Ennalive, nonché del presidente dell’Associazione Rete l’Abuso, Francesco Zanardi denunciati dal sacerdote Giuseppe Rugolo, per diffamazione e per divulgazione di atti processuali per un articolo pubblicato il 28 giugno 2023.
Il sacerdote, già condannato da Tribunale di Enna per violenza sessuale ai danni di minori, aveva ritenuto diffamatoria la frase dell’articolo di stampa che aveva definito poco consoni gli atteggiamenti del prete, ripresi in un video riprodotto in aula, mentre fa la doccia con un minore.
Il gip, accogliendo la richiesta di archiviazione della Procura di Enna e le argomentazioni difensive degli indagati, ha pronunciato ordinanza di archiviazione affermando che gli articoli non hanno alcun carattere diffamatorio in quanto Pierelisa Rizzo non ha fatto che riportare in termini veridici quanto avvenuto nel corso dell’udienza dl 27 giugno 2023.
Archiviata anche l’ipotesi di reato di divulgazione di atti processuali dal momento che non sussisteva alcun divieto di pubblicazione.