CATANIA – C’è tanta indignazione, amarezza. Ma anche consapevolezza. Sì, perché se per la prima reazione agli arresti dei due dipendenti universitari per lo scandalo degli esami falsificati è “vergogna”, c’è chi dentro ne ha un’altra, completamente diversa. Ѐ la reazione del “Finalmente!”, del “Fuori il marcio”, del “Di cosa vi meravigliate?”.
Sono le parole di chi studia o ha studiato in Medicina, a Catania. Reazioni che lasciano poco spazio alle interpretazioni e che escono allo scoperto soltanto adesso. Adesso che Giovanbattista Luigi Caruso e Giuseppe Sessa accusati di falso in atto pubblico, corruzione ed accesso abusivo al sistema informatico sono finiti ai domiciliari.
I laureati. Isabella: “Mi sono impegnata al mille per mille per laurearmi e sono fiera del mio 110 e lode ottenuto con sacrificio e dedizione. “I figli di papà” sono sempre esistiti, coloro che con raccomandazioni e soldi, passano gli esami e diventano dottori, ottenendo pure cattedre e posti lavorativi, senza alcuna gavetta e soprattutto senza merito. È una vergogna: questa è l’Italia di oggi!” Un po’ più sorpresa invece Milena. Carriera universitaria brillante, lei che ha coronato il suo sogno e che adesso è una dottoressa in Medicina stenta a crederci: “Tutta questa storia ha davvero dell’incredibile, non avrei mai pensato che si potesse arrivare a tanto. “Comprare” un’intera laurea, una laurea in Medicina! Con quale coscienza si può pensare di riuscire a curare i nostri pazienti se non si sa di cosa si sta parlando? E’ giusto che paghino i responsabili. Essendomi laureata solamente con le mie forze non posso accettare queste ingiustizie”. “Posso definirmi soddisfatto – è invece il commento di Antonio Kory laureando al sesto anno in Medicina e rappresentante degli studenti – soddisfatto per come è stato gestito l’accaduto. Da parte di tutti gli studenti c’è molto sgomento. Ma ci tengo comunque a precisare, che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio e cadere in facili generalizzazioni. Questo spiacevole avvenimento ci fa riflettere sulle falle del sistema telematico che i più “furbi” hanno imparato bene a sfruttare. Spero soltanto che non si verifichi più un fatto del genere e che si scavi fino in fondo per scovare altri eventuali fatti analoghi”.
Ad essere più scettico invece il popolo del web. Giorgio commenta: “2.500 euro con o senza IVA? Perché a saperlo mi sarei risparmiato tutti quei soldi “devoluti” all’istruzione pubblica/privata”, stessa amara ironia condivisa da Luca che così scrive: “A saperlo! Quindi a chi bisogna rivolgersi per una laurea in medicina?”. E come questo decine di messaggi. Simone, un altro internauta però interviene e replica: “Carusi, a Catania per entrare puoi rivolgerti a qualcuno.. l’hanno sempre fatto, poi, una volta che sei entrato è tutto in discesa!”, o ancora si legge: “.. e quale sarebbe la novità?” chiede sarcasticamnete un’altra lettrice, e ancora: “le leggende si sono tramutate in realtà!”, “non ci meravigliamo più. Queste cose sono sempre esistite!”.
Altro tema caldo la malasanità. “E poi la gente muore!! – si legge in un commento facebook – Questi signori chissà quanti ne hanno di morti sulla coscienza!”. Dello stesso avviso Carlo: “Pure con i soldi si comprano le vite dei malati, bravi!”. Ma ciò che più di tutti fa riflettere è un’altra testimonianza: quella di Anna; che se da una parte mostra scenari inediti, dall’altra offre la sana conferma, di cui un po’ tutti hanno bisogno, che c’è anche del buono per i corridoi di Medicina. E quel buono è fatto proprio da chi ci crede. Nonostante tutto. “Si può racchiudere lo stato d’animo di tutti gli studenti di medicina in una sola parola: delusione – spiega ai microfoni di LiveSicilia Catania Anna, studentessa al sesto anno – ok la laurea comprata, ce ne siamo fatti una ragione, ma ieri la notizia shock: il signor Caruso agli arresti domiciliari”.
Chi era il signor Caruso? “Per molti un’ancora di salvezza – prosegue Anna – Sempre pronto ad aiutare gli studenti nei piccoli intoppi burocratici. L’unico funzionario della segreteria sempre disponibile e felice del suo lavoro. Accettava l’amicizia degli studenti su facebook, era iscritto in uno dei gruppi creato da studenti di medicina, attraverso il quale era sempre disposto a dare risposte alle nostre domande, anche nel weekend. I commenti di ringraziamento nei suoi confronti erano un’infinità”.
E in effetti il gruppo segreto creato sul popolare social offre una inedita veste dell’ex dipendente universitario da ieri agli arresti domiciliari: “Signor Caruso, senza di lei non sapremmo come fare!” dicevano gli studenti, e ancora: “la nostra facoltà crollerebbe senza di lei”. “Ci siamo sentiti traditi – conclude Anna – a maggior ragione perché a volte Gianluigi Caruso pubblicava articoli su casi di malasanità, esortandoci ad essere medici migliori, quanta ipocrisia, di chi ci dobbiamo fidare? Ogni agnello dentro di sé potrebbe nascondere un lupo”.