CATANIA – Duemilioni e seicento mila euro provenienti dalle esecuzioni immobiliari recuperati da Riscossione Sicilia grazie alle “buone pratiche” attuate in sinergia con la VI sezione civile del Tribunale di Catania. “E’ un modello esportabile – dichiara Antonio Fiumefreddo presidente dell’ente – ho proposto un protocollo al ministro Orlando affinché le soluzioni proposte possano essere applicate su tutto il territorio nazionale”. “E’ un esempio di collaborazione tra amministrazioni diverse – sottolinea Bruno Di Marco presidente del Tribunale di Catania – finalizzato al perseguimento dell’interesse pubblico, la disponibilità a trovare soluzioni efficaci – continua il magistrato – è stato il presupposto per la collaborazione”.
“Somme bloccate da due anni – commenta Marisa Acagnino presidente della VI sezione civile che ha lavorato a stretto contatto con Antonella Anello, dirigente provinciale di Riscossione Sicilia – che sono state finalmente liberate e accreditate agli enti impositori”. Un lavoro meticoloso che ha passato in rassegna tutti i fascicoli delle pendenze, i depositi presso gli uffici postali. “Bisogna ricordare – continua la dott.ssa Acagnino – che Riscossione Sicilia è un tramite, poi i soldi vanno a enti diversi, come il Comune, l’Inps, l’Agenzia delle Entrate”. Quello che fa la differenza in casi come questo è proprio l’atteggiamento complessivo della pubblica amministrazione: “Noi non dobbiamo essere parte del problema – afferma Marisa Acagnino – dobbiamo essere la soluzione”.
Una sinergia che potrebbe essere applicata anche in altre realtà territoriali e quindi slegata dalla buona volontà degli attori coinvolti come in questo caso: “Una buona pratica consolidata – dichiara Fiumefreddo – assicura una efficienza amministrativa che prescinde dalle persone”. Un esempio virtuoso dunque, che migliora anche la percezione dello Stato capace di risolvere i problemi dei cittadini. Dello stesso tenore le considerazioni del presidente del Tribunale di Catania Bruno Di Marco, il quale auspica una maggiore dotazione di risorse da parte del governo centrale da destinare proprio al “soddisfacimento dell’interesse pubblico”. “Le buone pratiche, le sinergie a livello locale hanno risvolti positivi, ma è importante – afferma Di Marco – non sottovalutare il problema generale, noi oggi siamo costretti a ricorrere a iniziative locali proprio perché dal centro non arrivano le risorse”.