Esplosione nella fabbrica di fuochi |Condanna confermata in appello - Live Sicilia

Esplosione nella fabbrica di fuochi |Condanna confermata in appello

Nell'azienda Pirotecnica Etnea di Santa Venerina persero la vita due operai.

Morti bianche
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CATANIA. Sono stati condannati anche in appello, per omicidio colposo plurimo e lesioni aggravate, Giovanna Consoli e Alfio Spina, titolare e amministratore unico dell’azienda di fuochi d’artificio “Pirotecnica Etnea” di Santa Venerina, dove nel 2011 Giuseppe Adornetto, 75enne di Mascali, e Petra Merlu, 39enne di nazionalità rumena, morirono in seguito ad un’esplosione. I giudici della terza sezione penale della Corte di Appello di Catania, presieduta da Carolina Tafuri, hanno confermato la sentenza di primo grado a 3 anni e 9 mesi, nonostante l’avvenuta prescrizione di alcuni reati satellite. Era stato lo stesso sostituto procuratore generale Iole Boscarino, al termine della requisitoria, a chiedere la conferma della condanna di primo grado per il reato più grave, l’omicidio colposo plurimo, ma una rideterminazione della pena alla luce per l’appunto della prescrizione degli altri reati. Per l’accusa non vi sarebbe alcun dubbio sulla responsabilità degli imputati.

Alla richiesta del sostituto pg si sono associate tutte le parti civili. Per il legale Lucia Spicuzza gli imputati avrebbero dimostrato un’assoluta mancanza di rispetto nei confronti del lavoratore, trattato come carne da macello. Concetto ribadito dall’avvocato Salvo Sorbello, che ha evidenziato la mancanza dei presupposti anche minimi per la concessione delle attenuanti generiche.

Il difensore di fiducia degli imputati, Giuseppe Di Mauro, aveva invece chiesto l’assoluzione ed in subordine la concessione delle attenuanti generiche. Secondo il legale, infatti, le responsabilità sarebbero di Gaetano La Spina, marito della titolare e figlio dell’amministratore unico. La posizione dell’uomo, rimasto ferito nel corso dell’esplosione, sarebbe tuttora al vaglio della Procura di Catania. Citato come testimone, il suo esame era stato sospeso dal giudice che aveva rilevato profili di responsabilità. L’uomo ha infatti dichiarato in aula di aver avuto un ruolo attivo nella gestione dell’azienda.

Piena soddisfazione per la conferma della sentenza è stata espressa dai legali Spicuzza e Sorbello. “Accogliere le richieste della difesa – hanno dichiarato – avrebbe significato uccidere nuovamente le due povere vittime”.

LA TRAGEDIA. E’ il 10 gennaio del 2011 quando una violenta esplosione squarcia uno dei capannoni della ditta Pirotecnica Etnea, azienda di Cosentini, frazione di Santa Venerina, specializzata nella confezione di fuochi pirotecnici. All’interno ci sono due operai, che perdono la vita. Nell’esplosione rimane gravemente ferito anche il 47enne Gaetano Spina. L’inchiesta evidenzia il mancato rispetto delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Il capannone in cui le due vittime stavano lavorando il materiale pirico sarebbe stato destinato, secondo la Procura etnea, esclusivamente all’essiccazione degli involucri di carta.

 

 


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