Estorsione, 6 a processo: vetri rotti dopo il rinvio a giudizio - Live Sicilia

Estorsione, 6 a processo: vetri rotti dopo il rinvio a giudizio

L'auto della vittima è stata danneggiata il giorno dopo l'udienza preliminare. E ha anche ricevuto un pacco di fiches. Collegamenti?
CLAN SANTAPAOLA
di
2 min di lettura

CATANIA – Le coincidenze esistono. Ma quando accadono due fatti alquanto singolari alle vittime di un’estorsione in concomitanza dell’udienza preliminare che ha sancito il rinvio a giudizio del gup di sei imputati – di cui la maggior parte a piede libero –  un po’ di dubbi vengono. Un giorno prima dell’apertura del processo, quindi il 9 dicembre, Lucia (conosciuta come Lucy) e Angelo Salice hanno ricevuto una scatola piena di fiches, le monetine che si usano al gioco d’azzardo. Invece ieri, il giorno dopo che è stato emesso il decreto di rinvio a giudizio e i due imprenditori affiancati dall’associazione Asaec sono stati ammessi come parte civile, Lucy ha trovato rotto il triangolo di vetro di uno dei finestrini dello sportello posteriore dell’auto. Non c’è al momento alcun collegamento accertato, ma la sensazione è quella di una sorta di intimidazione. 

Il calibro criminale degli imputati non è di secondo piano. Partendo da Francesco Santapaola, detto Colluccio, che nel 2016 aveva nelle mani le redini della cupola catanese di Cosa nostra. Le minacce, i soprusi, la violenza è arrivata sette anni fa quando i due imprenditori hanno deciso di acquistare il bar Caffè Nuovo in corso Indipendenza. Sono partite una serie di richieste per mettersi a posto e pagare una serie di assegni postdatati senza beneficiario. Insieme al cugino di Nitto, il padrino di Catania, sono stati rinviati a giudizio Nicolò Andrea Corallo, Giovanni Fraschilla, Cesare Marletta, Angelo Pistorio e Vincenzo Pistorio. Il processo si aprirà il prossimo 28 settembre 2022 davanti alla Seconda Sezione penale del Tribunale di Catania. 

Nicola Grassi, presidente Asaec, spera che quel giorno in tribunale ci saranno altre persone a manifestare vicinanza ai due coraggiosi imprenditori che hanno deciso di denunciare. Intanto oggi pomeriggio i soci dell’associazione antiracket saranno nel negozio di Lucy per dimostrare forza e unità contro qualsiasi tentativo di intimidazione. “Non arretreremo di un millimetro e staremo a fianco di chi ha avuto il coraggio, la forza e la dignità di denunciare. Questo é una vicenda – dice Grassi –  che noi dell’Asaec seguiamo da anni e per la quale è stata accettata la nostra costituzione di parte civile al processo.  Sosteniamo Lucy che, picchiata dai suoi estortori anche quando era incinta, ha deciso di denunciare”. 

E poi l’appello ai catanesi: “Vi chiediamo, anche a livello individuale, di presenziare con noi alle udienze per dare forza a Lucy e per dimostrare alla città e alla criminalità organizzata che Lucy non è sola, che la città è con lei. Vi segnaleremo le udienze e vi prego di partecipare, soprattutto quando Lucy e i suoi familiari dovranno testimoniare”. Ora si aspetta una risposta da parte della città. 


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