PALERMO – Oscar torna a casa (e chissà se tornerà a Palermo), Thiago resta in Francia. Un Europeo tra alti e bassi, quello dei due giocatori del Palermo, con due facce diverse della stessa medaglia: poco spazio per entrambi, soddisfazioni ben diverse. Perché per un Hiljemark che può quantomeno uscirne senza dover passare dalle forche caudine della critica – dove, anzi, è finito il c.t. Hamren proprio perché non ha mai dato una chance al centrocampista rosanero – c’è un Cionek che continua a combattere contro i pregiudizi di stampa e tifoseria polacca, riducendosi persino a giocare da terzino nella linea a quattro pur di dimostrare la propria versatilità. Sta di fatto che il sogno della Polonia e di Cionek continua, mentre quello della Svezia di poter regalare un’ultima gioia a Zlatan Ibrahimovic resta rinchiuso nel cassetto, con la consapevolezza di non aver sfruttato al meglio né il principale talento calcistico mai partorito nella loro storia, né la generazione dell’Under 21 che ha trionfato agli scorsi Europei di categoria.
Una Under 21 le cui stelle principali erano Hiljemark, appunto, e Guidetti. Se il centravanti del Celta Vigo, in un modo o nell’altro, ha sempre avuto spazio (ma solo una volta da titolare), per il numero 10 del Palermo non c’è mai stata la possibilità di calcare l’erba dei campi francesi. Zero minuti in tre partite, con tutta una nazione a domandarsi il perché di tale scelta. Non solo per loro due, ma anche per gli altri campioni d’Europa in carica non convocati, tra cui l’altro “palermitano” Robin Quaison. Gli svedesi non hanno avuto il tempo di interrogarsi sulle motivazioni che hanno spinto Hamren a non lanciare questi giovani nell’ultimo gruppo ancorato all’immagine sacra di Ibrahimovic che la fase a gironi s’è conclusa, con un esito sconfortante. E Hiljemark, esente da colpe, può quantomeno consolarsi con l’esperienza fatta in Francia. Chissà che non gli sia utile per la prossima stagione, soprattutto se dovesse essere protagonista lontano da Palermo.
Se in Svezia l’opinione pubblica ha spinto (senza successo) per Hiljemark e per i ragazzi d’oro dell’Under 21, in Polonia si è assistito ad uno scenario diametralmente opposto con Thiago Cionek protagonista. Sin dalla pre-convocazione, i polacchi non hanno saputo spiegarsi il motivo che ha spinto Adam Nawalka a convocarlo. Evidentemente la lotta salvezza nel campionato di Serie A non deve aver avuto un gran seguito in Polonia, altrimenti si sarebbero resi conto sin dall’inizio di chi ha fatto cambiare marcia alla difesa del Palermo. Che poi ci sia quel pizzico (eufemismo) d’orgoglio nazionale nell’attaccare il difensore ex Modena perché naturalizzato è un discorso a parte. Sta di fatto che Cionek ha dovuto passare in panchina le prime due partite del girone, dopo essere stato provato in praticamente tutti i ruoli della difesa nelle amichevoli.
Contro l’Ucraina ha iniziato da terzino destro, ruolo che per chi lo ha ammirato a Palermo sembra quasi impensabile. Infatti non è che abbia iniziato alla grande, il nativo di Curitiba, però con l’avanzare dei minuti è riuscito a risollevarsi, e alla fine è anche merito suo se la Polonia è stata capace di difendere l’1-0 che le è valso il passaggio agli ottavi di finale. Pian piano, i polacchi stanno imparando ad apprezzarlo, tant’è che le pagelle dei quotidiani lo hanno promosso all’unanimità, ma tocca al c.t. dimostrare di aver superato lo scetticismo iniziale. Cionek, dal canto suo, pensa solo a giocare ed è pronto a farlo in qualunque ruolo: “Per gran parte della mia carriera ho giocato da centrale. In Italia, tuttavia, ho sviluppato una certa duttilità. In nazionale gioco dove mi schiera il mister e ho sempre cercato di dare il massimo per aiutare la squadra”. Agli ottavi, intanto, sarà l’unico rappresentante del Palermo.