Europee, Renzi 'vola alto': "In Sicilia avremo un grande risultato" - Live Sicilia

Europee, Renzi ‘vola alto’: “In Sicilia avremo un grande risultato”

Il leader di Italia viva plana a Palermo: "L'Isola può essere la patria del centro"
L'INTERVISTA
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PALERMO – Ripartire da “un centro che sia lontano anni luce dal populismo e dal sovranismo”, e farlo guardando prima di tutto al voto per le Europee che in Sicilia dovrà portare a “un grande risultato” perché l’Isola “può essere la patria del centro”. Matteo Renzi , leader di Italia viva, arriva a Palermo e il titolo del suo incontro che si tiene nelle stanze del Grand Hotel delle Palme, che trasudano storia, la dice lunga sulla volontà dell’ex premier di insistere con il suo esperimento di ricerca di uno spazio al centro: ‘Volare Alto’ – Europa, buona politica, zero sovranismi e zero populismi’.

Il No a populismi e sovranismi

Renzi a Palermo per due volte a distanza di poco tempo, cosa si aspetta dalla Sicilia in termini di risultato alle Europee?
“Mi aspetto un grande risultato. Il centro andrà bene in tutta Italia, in Sicilia andrà benissimo. Perché la Sicilia può essere la patria del centro. Centro inteso non come luogo della nostalgia ma del futuro.
Abbiamo scelto di tenere l’edizione della scuola politica per under 35 a Terrasini, Palermo, non a caso: troppo spesso si dimentica che la Sicilia non è solo il confine sud d’Italia, ma dell’Europa. E la sua storia, le culture che l’hanno forgiata sono un patrimonio immenso e simbolico. Le centinaia di giovani che hanno partecipato alla scuola riempiono il cuore di speranza. Noi vogliamo dimostrare che è possibile costruire, anche al Sud, un ‘Centro’ che punti sulla voglia di riscatto delle nuove generazioni, una forza che non abbia paura del futuro, che sia lontana anni luce dal populismo dei grillini, che hanno praticato il più grande voto di scambio nel Mezzogiorno nella storia della Repubblica, e i sovranisti della Lega e di Fratelli d’Italia, che stanno massacrando il Sud come dimostra il progetto di Autonomia differenziata. Vedremo che risultati avremo, io sono ottimista”.

La sua formazione, ‘Il Centro’, dialoga ancora con la Dc di Cuffaro o l’ex governatore è destinato a stringere l’intesa con Schifani?
“Deve chiederlo ai diretti interessati, non a me. Io so che i centristi non possono stare coi sovranisti, è una contraddizione in termini. Non so cosa farà la Dc, non so cosa faranno gli altri centristi. So cosa faremo noi: serve coraggio per tenere la nostra posizione equidistante dai due poli, ma credo che alla lunga la coerenza e la determinazione paghino. L”Appello ai liberi e forti’ di don Sturzo era intriso di coraggio, coerenza e determinazione e noi a quell’appello intendiamo ispirarci. Quanto a Forza Italia, ormai è diventato il partito delle tasse. Il partito che ha rinunciato al garantismo. Il partito che ricorda Berlusconi nelle manifestazioni ma lo tradisce nella legge di Bilancio”.

La Sicilia e Palermo

Qual è il suo giudizio sul governatore e sul sindaco di Palermo Lagalla?
“Ho lavorato bene con Schifani quando lui era presidente di un gruppo parlamentare che sosteneva il mio governo. Proprio per questo mi consentirà la franchezza nel dire che il governatore ha fatto un grossissimo errore nel dare il via libera al progetto Calderoli-Salvini di autonomia differenziata che rischia di affossare la Sicilia. Spero cambi idea adesso che è chiaro che delle risorse per i Lep non si vede nemmeno l’ombra. Chi ama la Sicilia non sta con Calderoli. Chi sta con Calderoli non ama la Sicilia. Lagalla sta facendo un buon lavoro e i miei di Palermo ne parlano molto bene, ho avuto il piacere di accoglierlo nella nostra scuola a Terrasini. Oggettivamente è un’Amministrazione che va meglio dell’ultima, devastante, giunta Orlando”.

Se dovesse esserci il voto per le Province andrete insieme con Lagalla?
“Perché? Hanno rimesso le Province? A me non risulta. Lagalla deve fare bene il sindaco nella sua città che ne ha tanto bisogno: ho visto che stanno terminando i lavori sul ponte Corleone, finanziati dal nostro governo. Ha risolto l’emergenza cimiteri, ma c’è ancora tanto da fare, ha ereditato una città a pezzi”.

Molte opere del Patto per Palermo sono rimaste sulla carta, come mai?
“È la vera maledizione di questo Paese. E meno male che noi abbiamo stanziato tanti soldi per Palermo: una scelta che rifarei anche se non mi ha portato consenso. Ma era giusto farlo. Alcune opere sí stanno realizzando adesso, dal ponte Corleone, ai lavori al porto di Palermo, ai nuovi bacini che hanno rilanciato il cantiere navale. Sono tutte opere che il mio governo ha finanziato e si stanno realizzando solo adesso grazie alla nomina di commissari che abbiamo quasi imposto all’allora governo Conte. C’è un enorme problema di burocrazia in questo Paese, che rischia di farci perdere le risorse del Pnrr, che ci fa perdere fondi comunitari, che non consente in Sicilia ad esempio di realizzare rapidamente i termovalorizzatori e gli impianti di raccolta differenziata, gli interventi di manutenzione nelle strade provinciali. La lotta contro la burocrazia, al pari di quella contro l’aumento delle tasse, è la madre di tutte le battaglie, unico modo per creare sviluppo e lavoro”.


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