Il maresciallo che conosce il mare | Gli evasi e la notte di Favignana - Live Sicilia

Il maresciallo che conosce il mare | Gli evasi e la notte di Favignana

Punta Longa

Così hanno acciuffato i fuggitivi. La bonaccia e l'intuizione di un carabiniere. LE FOTO 

PALERMO – Il maresciallo Francesco Di Girolamo comanda la stazione di Favignana. Conosce bene l’isola e sa che con la bonaccia della scorsa notte bisognava presidiare Punta Longa.

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Quando il mare è piatto Marsala, che sta lì di fronte, è facilmente raggiungibile. L’intuizione è vincente. È a Punta Longa che saranno arrestati i tre evasi Adriano Avolese, Giuseppe Scardino e Massimo Mangione. Di Girolamo si piazza nel piccolo porticciolo. Assieme a lui ci sono tre dei sessanta militari inviati sull’Isola dal comando provinciale di Trapani.

Così è stato deciso durante il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dal prefetto. Dopo la fuga dal carcere di venerdì scorso gli investigatori si sono attivati in due direzioni: un’indagine sulle falle nel sistema dei controlli carcerari e un’altra sulla cattura. Quest’ultima deve tenere conto della paura in cui sono piombati gli abitanti di Favignana. Il comandate provinciale Stefano Russo riempie l’isola di militari. È l’unico modo per dare sicurezza e presidiare il territorio.

C’è bonaccia. Sugli scogli di Punta Longa si vedono delle ombre poco dopo l’una di notte. Tre uomini cercano di spingere un gommone in acqua. I carabinieri se ne accorgono. “Fermi là, fermi là”. I fuggitivi si lanciano in acqua. Poche bracciate e i militari ne acciuffano due in mare.

Mangione, invece, è più veloce degli altri e si dilegua nel buio. I carabinieri allertano gli equipaggi della capitaneria di porto e della guardia di finanza. Le motovedette illuminano la zona a giorno. Tracce di acqua bagnano il terreno. Mangione si è incamminato sul Monte Caterina. Ci vorrà un’ora di ricerche per acciuffarlo grazie alla collaborazione degli agenti di polizia penitenziaria.

I fuggitivi vengono fatti salire su un a motovedetta dei carabinieri e trasferiti a Trapani. Inchiesta chiusa? Per niente. I tre evasi avevano dei borsoni con effetti personali e attrezzi per lo scasso. Li hanno rubati oppure potevano contare sull’appoggio di qualcuno? Qualcuno che vive nell’Isola o che era arrivato a Favignana negli ultimi giorni come prevedeva il piano? Ecco il nuovo fronte investigativo su cui il procuratore di Trapani, Alfredo Morvillo, garantisce il massimo sforzo. Ai militari giunge il ringraziamento del comandante della Legione Sicilia, Riccardo Galletta, ma il loro lavoro non è finito.


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