Ex Keller, il dramma di chi è rimasto fuori: "Non possiamo vivere più"

Ex Keller, il dramma di chi è rimasto fuori: “Non possiamo vivere più”

Le assunzioni ci sono state. Ma non per tutti

PALERMO “Ci sentiamo morti dentro”. Luigi, una vita in fabbrica, cerca di nascondere le sue stesse lacrime, mentre parla al telefono. Ma è un’impresa impossibile. Il carico emotivo è pesante. Quando, dopo trent’anni sul pezzo, sei improvvisamente privo di tutto, non è naturale avere ancora fiducia e sperare. Domina l’angoscia.

La storia di venti ‘esclusi’

Luigi è un ex operaio della Keller – gioiellino, un tempo, dell’industria palermitana – che si occupava di treni e rotaie. Dopo la chiusura, alcuni lavoratori sono stati assorbiti da Rfi, altri dalla Sas, la partecipata della Regione. Circa venti, invece, sono fermi, in mezzo al guado, come sospesi. Luigi è uno di loro.

La storia la racconta Stefano Battaglia, sindacalista dell’Ugl: “Dopo la chiusura della fabbrica, nel 2017, era stato siglato un accordo di programma con la Regione e con Rfi e c’era l’impegno per procedere ad alcune assunzioni. Nel 2019, su 140 lavoratori, ottantacinque sono stati presi da Rfi. Altri venti sono risultati idonei, in vista di una futura stabilizzazione. Alcuni, come me, non considerati idonei, hanno cominciato un percorso alternativo, un tirocinio, e siamo stati ricollocati dalla Sas, la partecipata della Regione”.

“Quei venti colleghi – continua Stefano – sono rimasti fuori da tutto, nonostante riunioni e promesse. Abbiamo degli incontri in programma e speriamo che la situazione si possa sbloccare, con l’assunzione in Rfi”.

“Ho una moglie e due figli”

La vicenda è stata presa a cuore da Totò Lentini, politico di lungo corso. “Non è giusto – dice – che, dopo tanti anni, le persone siano letteralmente in mezzo a una strada. Si deve fare di tutto per dargli delle certezze. Sono lavoratori con grande esperienza”.

“Io ho cinquantasei anni – racconta Luigi l’operaio –. Ho una moglie e due ragazzi, ho lavorato per trent’anni. Non dormo più, non vivo più. Non siamo nemmeno in mezzo a una strada. Siamo in mezzo all’oceano e senza il salvagente”.


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