Ex Pip:"Fateci lavorare"| La replica: "Non dipende da noi" - Live Sicilia

Ex Pip:”Fateci lavorare”| La replica: “Non dipende da noi”

Un gruppo di ex Pip ha protestato stamane perché dal 5 settembre attende di rientrare in servizio. Ma il commissario Sampieri replica: "Le posizioni assicurative vanno aperte dalla Regione".

VILLA SOFIA-CERVELLO
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PALERMO – Momenti di tensione, stamattina, di fronte agli uffici amministrativi dell’Azienda ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello di viale Strasburgo, con gli ex Pip assegnati alla struttura (28) che hanno chiesto a gran voce un confronto con i vertici aziendali per capire quando potranno rientrare in servizio. Benché assegnati dal 5 settembre, infatti, i lavoratori non hanno mai ricominciato a lavorare per la mancanza della copertura assicurativa Inail e così è scattata la protesta, con una delegazione ricevuta dal commissario Giacomo Sampieri.

“Noi vogliamo questi lavoratori – dice il commissario a Livesicilia – tanto è vero che li abbiamo richiesti, ma il problema è la loro posizione giuridica. L’assessorato alla Famiglia voleva che aprissimo noi le posizioni assicurative Inail, ma non possiamo farlo perché costituirebbe un rapporto di lavoro. Stiamo stabilizzando altri contrattisti, per questo non possiamo farlo. La posizione assicurativa deve essere aperta dall’assessorato e noi li ospiteremo, così come abbiamo scritto nella lettera inviata alla Regione. Per ora questi lavoratori sono in un limbo, non li possiamo far lavorare in nessun modo, vengono qui e non possono fare nulla. Loro si auto-regolamentano anche con i fogli di presenza”. “E’ necessario sbloccare l’assicurazione, qui come altrove – dice Giovanni Tarantino – altrimenti queste persone non lavoreranno mai”.

“Abbiamo messo su internet una circolare pubblica – dice l’assessore regionale Ester Bonafede – nella quale attestiamo la procedura concordata con l’Inail che prevede che sia la Regione a pagare la polizza. Ma non possiamo aprirla noi perché non si tratta di nostri dipendenti, ma di licenziati che ricevono l’Aspi. Noi restiamo i responsabili finali. La questione, comunque, non se l’è posta il Tribunale, né la Procura della Repubblica, non capisco perché in questo caso invece la si ponga. Non c’è un rapporto di lavoro perché non c’è contratto”.

 


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