Ex Province, dal ministro Costa |solo l'impegno di un tavolo tecnico - Live Sicilia

Ex Province, dal ministro Costa |solo l’impegno di un tavolo tecnico

Incontro ieri a Catania con Lantieri e Baccei.

La crisi dei liberi consorzi
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PALERMO – Le speranze sono affidate a un tavolo tecnico romano. È lì che la Regione cercherà di trovare con il governo nazionale una soluzione per salvare dal dissesto le ex Province siciliane. Ieri sera ne hanno parlato a Catania, a margine della Festa dell’Unità l’assessore regionale Luisa Lantieri con il ministro degli Affari regionali Enrico Costa, presente anche l’assessore al Bilancio Alessandro Baglieri. Il governo regionale ha prospettato la situazione di difficoltà dei liberi consorzi, spiegando come questa si intrecci con la questione dei precari degli enti locali. Se, infatti, nel resto d’Italia, i dipendenti delle ex Province in esubero sono transitati ai Comuni, questo in Sicilia è arduo perché comporterebbe l’uscita di scena dei 15mila precari degli enti locali, dice Lantieri. “Il ministro s’è reso conto del problema – racconta l’assessore alla Funzione pubblica -. Abbiamo concordato che lunedì partirà la mia lettera ufficiale di richiesta di un tavolo col ministro ma anche con i ministeri dell’Interno e dell’Economia”. Intanto mercoledì, e non martedì come stabilito in precedenza, ci sarà la conferenza delle autonomie locali propedeutica alla ripartizione dei 19 milioni al momento disponibili per i liberi consorzi, alcuni dei quali, come Enna, Siracusa e Ragusa, versano in condizioni finanziarie drammatiche. A ottobre, riferisce Lantieri, l’assessore Baccei si è impegnato ad appostare altri venti milioni per le ex Province nelle variazioni di bilancio.

Intanto, a Enna continua la protesta dei 102 lavoratori precari dell’ex provincia regionale che da tre giorni sono saliti, in segno di protesta contro il governo regionale, sul tetto di un palazzo di proprietà dell’Ente, in piano centro storico. Da agosto sono stati sospesi senza alcuna certezza sul loro futuro lavorativo. A protestare anche i dipendenti cosiddetti di ruolo che già da questo mese però riceveranno solo il 50 per cento dello stipendio. Tra ieri e oggi 5 tra i manifestanti, che stazionano giorno e notte all’aria aperta, sono stati costretti a ricorrere alle cure mediche per malori. “Stanotte abbiamo vissuti momenti di terrore – dicono – quando uno di noi ha provato per ben due volte a farla finita. E’ padre di 5 figli e già nonno. Senza il suo stipendio la sua famiglia é finita. E di casi come questi, tra di noi, ce ne sono tanti”.


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