Ex Province, protesta un dipendente | Sei giorni di sciopero della fame - Live Sicilia

Ex Province, protesta un dipendente | Sei giorni di sciopero della fame

Alberto Scuderi (foto), dipendente del Libero consorzio aretuseo, è adesso diretto a Bruxelles.

SIRACUSA – Al sesto giorno di sciopero della fame, in protesta prima a Roma – davanti a Montecitorio, Palazzo Chigi e Quirinale – adesso in viaggio verso Bruxelles alla ricerca di eurodeputati sensibili alla causa. Alberto Scuderi, impiegato all’Infopoint del Libero consorzio di Siracusa, con la sua protesta sta cercando di attirare l’attenzione sula drammatica situazione delle ex Province siciliane, in particolar modo quella aretusea. Senza stipendio da tre mesi come i suoi 536 colleghi (alcuni all’asciutto da cinque), con un ente in pre-dissesto e con la politica regionale in vacanza proprio quando doveva approvare la “manovrina” che avrebbe dato una seppur flebile boccata d’ossigeno alle casse dell’ente, Scuderi ha cominciato lo sciopero della fame sei giorni fa.

Ha inviato una lettera alle alte cariche dello Stato e per Roma è partito lui stesso, stazionando davanti alle sedi del potere. “Sono un dipendente della ex Provincia regionale di Siracusa – ha scritto nella lettera -, un ente che ha uno squilibrio finanziario di 19 milioni di euro, mutui contratti per 90 milioni (con rate annuali di 8,5 milioni di euro fino al 2044), debiti con le cooperative di assistenza ai disabili per un milione di euro, debiti per utenze elettriche e telefoniche per 2 milioni di euro e 3,3 milioni con la società partecipata Siracusa Risorse”. Nel testo, tutti i dettagli della situazione finanziaria dell’ente ma anche la disperazione di famiglie senza stipendio e di lavoratori che, in quanto pubblici, sono assoggettati a “regime di esclusività”, ossia non si possono cercare nemmeno un’entrata alternativa momentanea.

“L’assenza di un salario produce ripercussioni materiali e psicologiche sulle famiglie, così come le tensioni e le crisi familiari influiscono negativamente sugli atteggiamenti e sul rendimento in campo lavorativo”. E ancora: “Forse è giunto il tempo di fare chiarezza riguardo a una condizione anomala che a Siracusa neppure una decina di commissari straordinari è riuscita a controllare”. E qui il passaggio sul braccio di ferro tra governo nazionale e regionale sulla riforma, che si sta ripercuotendo sui dipendenti  e sui servizi ai cittadini (non si fa manutenzione a strade e scuole da un anno). Stremato, Scuderi ha per il momento, come annunciato sin dall’inizio (“dal 22 al 27”), sospeso lo sciopero della fame. E si sta dirigendo nella città che ospita il Parlamento Europeo, con l’intenzione di riprendere “se vedrò – spiega – che anche a Bruxelles sono tutti in vacanza”.

Il viaggio gli sta riservando sorprese, a loro modo gradite: “Trovo il coraggio dalla gente comune – scrive in una sorta di diario ai giornalisti -, da quei lavoratori che si stanno immedesimando nella protesta, come nel caso del Movimento dei forconi che mi aiuta a raggiungere Bruxelles, facendomi saltare da camion in camion provenienti dalla Sicilia e diretti al Nord. Su questi mezzi mi sento a casa: non si sentono solo i profumi della nostra terra, (limoni, pomodori, fichi d’india, etc.) ma anche il sudore di chi lavora quotidianamente per la famiglia e per lo Stato, mandando avanti l’economia tra mille difficoltà”.

Nel frattempo a Siracusa i suoi colleghi non stanno con le mani in mano. Anzi. Per domani annunciano una protesta eclatante durante la cerimonia d’apertura dei Mondiali di Canoa polo che si svolgeranno nella città aretusea fino a domenica prossima: si parla di bloccare il ponte Umbertino, unica via d’accesso per Ortigia. Non se la intesta ma non la smentisce il sindacalista Fp Cgil, Franco Nardi: “I lavoratori del Libero consorzio sono in una condizione di esasperazione tale – dice – che in questo momento potrebbero fare di tutto, compresa questa cosa che alcuni stanno elaborando al di là delle indicazioni delle organizzazioni sindacali. C’è grande tensione e diventa difficile ai sindacati coordinare un’unica azione di protesta: c’è il rischio di problemi di tensione sociale e ordine pubblico”.

Tanto i sindacati imputano, oggi, all’assenza di interlocutori: “Sono sparite le istituzioni”. Silenzio sarebbe imputato al neo commissario Giovanni Arnone, che in realtà ha appena avuto il tempo di insediarsi e dichiarare: “Priorità: scongiurare il dissesto e garantire gli stipendi ai lavoratori”. Sul come, ha abbozzato una ricetta: “Alienazione di beni immobili e rivisitazione delle società partecipate”. Nel frattempo il paradosso per bocca del capo di Gabinetto, Giovanni Battaglia: “Dal governo ci è arrivato l’ulteriore taglio di 11milioni alla spesa corrente”.

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