PALERMO – Giunta: ancora muro contro muro. Il presidente Renato Schifani è alle prese con il nodo gordiano della squadra di governo. La matassa è più ingarbugliata del previsto dopo la riunione di FdI di ieri pomeriggio a Palazzo dei Normanni e soprattutto dopo il lungo e concitato conclave serale dal quale non viene fuori nessun accordo. I meloniani non cedono e continuano a chiedere l’ingresso in giunta di Francesco Scarpinato ed Elena Pagana.
“Pretendiamo solo rispetto per il primo partito d’Italia”, si sbottona un big siciliano della formazione di Giorgia Meloni. “Non hanno cultura di governo, sono pronti a sacrificare i territori sull’altare di tristi logiche correntizie romane”, gli fa da contraltare un altro veterano di area centrista.
L’ordine di scuderia arriva dai piani alti: Ignazio La Russa e Francesco Lollobrigida, dicono i beneinformati, non vogliono che si decida in casa loro. Soprattutto sul palermitano Scarpinato (uomo vicinissimo a Lollobrigida) il partito romano è pronto a fare le barricate. “I siciliani si sono calati le brache”, commenta piccato un alleato di centrodestra riferendosi al comunicato che viene fuori dopo il vertice all’Ars.
A farne le spese, come detto nei giorni scorsi, sarebbero gli ormai ex musumeciani Giorgio Assenza e Giusy Savarino che i colleghi siciliani, nei fatti, non difendono fino in fondo.
Così, la nota con i nomi dei nuovi assessori rimane custodita sotto chiave e l’annuncio salta. Saltano contestualmente i nervi del presidente Renato Schifani e rischia di saltare anche il banco. Una prova di forza che mette in difficoltà Schifani che potrebbe anche decidere di dimettersi (extrema ratio). Una soluzione drastica che chi conosce bene il presidente avrebbe come unico deterrente le pessime
condizioni economiche dell’isola. Da oggi si tornerà a trattare, terminate le missioni degli sherpa, sarà il presidente ad indossare l’elmetto e andare in trincea. Anche perché la richiesta dei meloniani poggia sulla scelta di Schifani di avere aperto a un’esterna, Giovanna Volo e parrebbe su un accordo pregresso: FdI avrebbe dovuto indicare una sola donna in giunta.
Ma accettare il diktat dei meloniani adesso rischia di mettere a repentaglio la tenuta dell’intera coalizione. Tutto da rifare mentre il tempo scorre e la deadline si avvicina: mercoledì mattina infatti la nuova giunta dovrà giurare nel corso della seduta dell’assemblea. Ma i problemi per il presidente Schifani, che fino alla fine difende la linea degli assessori-eletti, non sembrano essere finiti. Oggi il coordinatore azzurro Gianfranco Miccichè volerà a Roma per smuovere le acque del partito romano.
L’ex presidente dell’Ars, adirato per le mosse del presidente della Regione, vedrà Silvio Berlusconi e Licia Ronzulli cercando di giocarsi un’ultima carta prima della chiusura definitiva della giunta, ringalluzzito più che mai dagli ultimi tiri mancini dei meloniani. Insomma, una partenza in salita che rende il voto di mercoledì più insidioso del previsto.