L'inseguimento in auto, le minacce: Marisa lo ha 'graziato', lui l'ha uccisa - Live Sicilia

L’inseguimento in auto, le minacce: Marisa lo ha ‘graziato’, lui l’ha uccisa

Marisa Leo
La donna uccisa aveva ritirato la querela facendolo assolvere

PALERMO – Lo aveva denunciato per stalking. Durante il processo, però, Marisa Leo ritirò la querela nei confronti dell’ex compagno, Angelo Reina, che ieri l’ha uccisa a fucilate. Era il padre di sua figlia che rischiava di essere condannato. Marisa decise di fare un passo indietro, tentando di avviare un percorso condiviso. Sono andati da uno psicologo. “Tra altri e bassi” – ripeteva spesso – sembrava che stesse funzionando, che l’uomo prendesse coscienza della fine della reazione sentimentale e dei suoi doveri di padre. Sembrava, appunto.

La misura divenne colma nel 2020. C’erano stati dei tradimenti da parte del marito, spia di un amore finito, e Marisa aveva deciso di lasciarlo. Se n’era andata senza chiedere nulla. Aveva la sua vita con la figlia e il suo lavoro. Lui, però, non si rassegnava. Un giorno la incrociò in macchina. La insegui lungo la statale, le tagliò la strada costringendola a fermarsi vicino a una stazione di servizio. Ripeteva di amarla e al contempo la minacciava. Era ossessionato. Fu solo l’ultimo episodio di una lunga serie. Reina la pedinava. La vita di Marisa era diventata impossibile. Se lo ritrovava davanti anche quando andava a prendere il caffè al bar.

Dopo l’inseguimento ci fu la denuncia e il rinvio a giudizio dell’uomo. Il processo è durato un anno. La donna ha testimoniato davanti al tribunale di Marsala ribadendo le accuse. Poi, la scelta di ritirare la querela. Credeva che per amore della figlia fosse giusto dare una possibilità all’uomo, sperava che avesse imparato la lezione. La loro relazione non poteva essere rimessa in piedi, ma lui restava padre. Risultato: sentenza di non luogo a procedere.

Il percorso di assistenza psicologa andava avanti “tra alti e bassi”. Ieri l’epilogo tragico. Diceva di amarla e l’ha uccisa a fucilate. “Era una persona splendida – spiega l’avvocato Lorenzo Marchese, che l’ha assistita nel processo penale -, solare, propositiva, innamorata della vita e di sua figlia. Ed è per tutelare la figlia che ha deciso di ritirare la querela. Una scelta personale su nessuno può sindacare”. Lei lo ha “graziato”, lui l’ha ammazzata senza pietà.


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