"Fermiamo l’esportazione di armi e di aiuti militari in Israele” - Live Sicilia

“Fermiamo l’esportazione di armi e di aiuti militari in Israele”

L'ambasciatrice della Palestina in Italia, Abeer Odeh, ospitata all’assemblea generale della Filcams Cgil di Catania.
L'APPELLO DA CATANIA
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CATANIA – Boicottare Israele e boicottare tutte le società e le istituzioni che beneficiano dei rapporti del sistema israeliano. È stato consegnato alla platea di sindacalisti con grande fermezza, l’appello dell’ambasciatrice della Palestina in Italia, Abeer Odeh, ospitata oggi dall’assemblea generale della Filcams Cgil di Catania. La categoria dei lavoratori del Terziario e la stessa Camera del Lavoro hanno accolto la diplomatica e il suo appello con grande favore. Odeh per l’occasione è stata accolta anche dal segretario generale Carmelo De Caudo e dalla segreteria confederale.

“Insieme dobbiamo sviluppare passi pratici per porre fine all’illegale occupazione coloniale israeliano e smantellare il regime di apartheid che prende di mira il popolo palestinese – ha detto- smettendo di finanziare l’occupazione, fermando l’esportazione di armi e di aiuti militari in Israele, che si usano per uccidere la nostra gente che sta combattendo per la libertà; chiediamo anche il boicottaggio di tutti i prodotti nella terra palestinese rubata, (…) il boicottaggio di tutte le società e istituzioni che beneficiano del consolidamento del sistema coloniale israeliano, misure bilaterali e multilaterali per isolare il regime di apartheid israeliano e l’imposizione di sanzioni globali nei confronti di coloro che promuovono beni di insediamento”.

La Cgil di Catania si è dichiarata “onorata” di ricevere l’ambasciatrice. “L’ultimo tragico periodo consolida la nostra idea di vicinanza alle rivendicazioni di un popolo che vive l’ingiustizia di non essere riconosciuto come tale. – si legge in una nota della Camera del lavoro- Gli eventi drammatici che hanno caratterizzato questo ultimo periodo ci danno il senso di quanto urgente sia fare chiarezza per ripristinare le regole del diritto fondamentale in quelle zone del mondo. La diplomazia internazionale deve assumersi grandi responsabilità e purtroppo non brilla per esempi ed interventi risolutivi.
In oltre 100 anni di conflitti, le risoluzioni dell’Onu e dei trattati internazionali, ci hanno fatto ben sperare per la pace in medio oriente, ma sono prevalsi sempre sentimenti di prevaricazione e di ingiustizia. I trattati sono stati puntualmente disattesi e si è generata una lotta impari fra popoli che determina una guerra ingiusta ed agghiacciante.
In questo contesto, la logica dei due stati non basta, serve una presa di coscienza contro la prevaricazione del più forte contro il più debole.
Una organizzazione come la nostra non può tacere contro questa ingiustizia e non può non sottolineare la nostra vicinanza e solidarietà e che il popolo Palestinese deve essere riconosciuto, libero e indipendente. Le manovre diplomatiche sono la corretta via ma bisogna ambire ad una soluzione vera, concreta e razionale in Medio oriente.”.

L’assemblea generale della Filcams Cgil, indetta per discutere sulle più importanti politiche generali del settore Terziario, oggi è stata convocata dal segretario generale della categoria, Davide Foti, che ha posto l’accento sul lavoro nero, sulla necessità di rispettare i contratti nazionali, sull’ assoluto bisogno di evitare lo sblocco dei licenziamenti, e ció può avvenire anche chiedendolo ad alta voce, partecipando per esempio alla manifestazione di lunedì a Bari.

L’assemblea ha ospitato l’intervento di lavoratori
rappresentanti vari settori, dalla ristorazione all’abbigliamento, al turismo.
All’assemblea sono intervenuti anche il segretario confederale Peppe D’Aquila, Monja Caiolo segretaria regionale Filcams Cgil e Maria Grazia Gabrielli segretaria Generale nazionale Filcams Cgil, che ha sottolineato come finché le condizioni della Palestina resteranno così gravi e critiche, la Cgil promuoverà il riconoscimento dello Stato di Palestina. Gabrielli ha inoltre ricordato l’importanza della manifestazione nazionale del 26 giugno che si distribuirà tra Torino, Firenze e Bari, spiegando che “in questo Paese si tende a non collegare lavoro e qualità. O a trovare normale che le aziende assumano con i contratti pirata” che di certo non privilegiano i lavoratori.


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