PALERMO- Perché cantare e ballare sotto la pioggia della pandemia, in un tempo consacrato soprattutto al dolore? Per lo stesso motivo che insegna a cercare la luce nell’oscurità, per quella insopprimibile voglia di vita che diventa pane, dunque necessità, nello sgomento. Così Lello Analfino, un poeta che non ha bisogno di presentazioni, ha ballato e cantato al porto e nell’hub vaccinale della Fiera di Palermo, per onorare, in questo primo maggio, fra tamponi e vaccini, chi lavora per la comunità.
“Il nostro futuro è in mano al vostro lavoro – ha detto Lello -. Io sono stato colpito in prima persona da questa pandemia: il virus mi ha portato via mia madre. Non dimenticherò mai il grande lavoro dei medici che l’hanno curata, come spero che l’Italia non dimentichi mai il vostro grande lavoro: le avete permesso di continuare a camminare”. “È stato commovente – dice il commissario Covid di Palermo e provincia, Renato Costa -. Anche da un periodo difficile come quello che stiamo vivendo possiamo ricavare emozioni intense. Oggi per noi è un giorno felice, oltre che di festa: la Fiera del Mediterraneo ha raggiunto il record di vaccinazioni, 4700 in un giorno, una quantità mai sfiorata dall’hub. Il vaccino è speranza, la musica è bellezza: grazie a Lello Analfino, a Claudio Terzo e a Francesco Prestigiacomo per averla portata a tutti i nostri lavoratori”. Come dice un cuore di poeta: un uccello non canta perché ha una risposta. Canta perché ha una canzone.