Figuccia scrive a Mattarella | "In Sicilia diritti negati" - Live Sicilia

Figuccia scrive a Mattarella | “In Sicilia diritti negati”

Vincenzo Figuccia

Il deputato regionale invia una lettera al capo dello Stato.

PALERMO – “A nove giorni dall’inizio dello sciopero della fame, oggi ho scritto una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella per rassegnargli alcune valutazioni sullo stato in cui versa la Sicilia, attanagliata soprattutto dai problemi occupazionali”. Lo annuncia Vincenzo Figuccia, vice capogruppo di Forza Italia all’Ars. “Le scrivo la presente solo oggi – si legge nella lettera al Capo dello Stato – dopo nove giorni di sciopero della fame per dirle che questa terra ha bisogno di un cambio di direzione immediato ed a chiederlo non sono io, ma le migliaia di siciliani che ogni giorno sono al mio fianco in questa battaglia di dignità e di orgoglio, in cui è necessario far tornare al centro degli interessi collettivi i diritti. Ho iniziato questa forma di protesta pacifica e non violenta, mettendo al centro i temi della dignità dell’uomo ma soprattutto della speranza e del futuro che, oggi, vanno fortemente riorganizzati in Sicilia”.

Il deputato regionale Vincenzo Figuccia, nella sua lettera a Mattarella parla dei problemi dei lavoratori Coires – ex Temporary e degli ex dipendenti della Formazione professionale. A Mattarella chiede che “vengano garantite le migliaia di persone coinvolte nei licenziamenti” e provvedimenti per “il personale di Sviluppo Italia, Cerisdi, Esa, Province, precari degli Enti locali, ASU, e assistenti degli alunni disabili. Sono un deputato del parlamento siciliano – aggiunge Figuccia – e non intendo abdicare alle mie responsabilità e al ruolo che gli elettori hanno voluto darmi. Per le motivazioni espresse, è mia intenzione adesso sospendere il mio presidio in piazza, spostando la mia battaglia all’interno dell commissioni legislative e della stessa aula parlamentare, per continuare a lottare per la mia terra, per tutte quelle famiglie, a cui si tenta di togliere ogni diritto, persino quello alla speranza. Per questo rivolgo a Lei Presidente, nel suo ruolo terzo, imparziale e super partes, come uomo siciliano, chiamato alla più alta carica dello Stato, l’appello dell’intero popolo siciliano e Le chiedo un aiuto perché si possa tornare a parlare di speranza nella nostra terra”.

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