L'Ars è nel pantano: oltre 200 norme, la Finanziaria riscritta - Live Sicilia

L’Ars è nel pantano: oltre 200 norme, la Finanziaria riscritta

Non c'è la quadra. Nuova convocazione per oggi. Pioggia di norme e contributi

PALERMO – L’Ars ci riprova oggi dopo l’ennesimo logorante rinvio di ieri a Palazzo dei Normanni. Tutto è saltato, complice anche la partita del Palermo a cui alcuni deputati sono invitati. Il punto è che si tratta di una legge finanziaria riscritta daccapo. Il ‘maxiemendamento’ unitario non esiste.

Dopo due giorni di rinvii ieri il contatore del tempo è girato a vuoto. Rimane un testo del governo, con dentro anche le proposte di Fratelli d’Italia, Diventerà bellissima e Udc con 60 commi. Ma c’è anche un altro maxiemendamento parlamentare con 140 norme, frutto del puzzle di tutti gli altri partiti.

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Pd e M5s però si sono tirati fuori dall’eventuale accordo. “Non partecipiamo a nessuna trattativa. Non conosciamo i contenuti delle proposte del Governo e di altri. Non rischiamo sugli emendamenti altrui”, hanno detto il dem Anthony Barbagallo e il capogruppo del M5s Nuccio Di Paola, commentando con i giornalisti la proposta di accordo sulla manovra.

Che l’orologio sia girato a vuoto lo fa credere, infine, la totale assenza di un accordo su uno degli articoli su cui i deputati si erano dati battaglia: quello sulle riserve al Fondo Autonomie locali.

La seduta d’aula si è chiusa dopo alcune decine di minuti d’aula. Mancava l’accordo sulle riserve, appunto, e non solo. Il governo, con l’assessore Gaetano Armao, ha chiesto inoltre che alla fine ci sia un solo unico testo d’accordo che metta assieme le proposte del parlamento con quelle del governo. Alcune misure d’altra parte si ripetono in entrambi i testi e, ancora, l’approvazione di un testo nega l’altro. Tutto da scrivere insomma, per dividere un tesoretto che stando alle dichiarazioni vale 21 milioni.

L’emendamento ‘del parlamento’

Nei maxiemendamenti c’è di tutto. In quelli del parlamento ogni deputato ha fatto il suo. Ci sono contributi a pioggia per i Nebrodi, mezzo milione per il Carnevale di Melilli, 200 mila euro per l’Istituto Gramsci, fino al mini finanziamento di 470 mila euro al campo sportivo di Realmonte. Il mezzo milione di euro non si nega a nessuno. E così, ancora, ci sono norme che a vario titolo erogano risorse per i comuni di Termini Imerese, Favara e Caltagirone. Ogni santo ha da dare la sua intercessione. Fra le norme la fondazione Rosa Balistreri da istituire, quella per autorizzare le assunzioni nei comini di assistenti sociali e quella per destinare le risorse dell’assegno familiare pagate agli ex Pip per fare crescere il loro sussidio.

All’origine di una rottura politica ci sarebbe, infine, una norma che punta alla stabilizzazione dei dipendenti dell’Assemblea siciliana che rispettino alcuni requisiti. Saranno ammessi coloro che abbiano rapporti di lavoro subordinato a tempo indeterminato con i gruppi parlamentari, con le segreterie particolari dei componenti del Consiglio di Presidenza e quelli alle dipendenze dei gruppi parlamentari. Entrati come consulenti questi lavoratori sarebbero così stabilizzati diventando funzionari dell’assemblea senza avere il rischio di sparire con la fine dell’esistenza del gruppo.

L’emendamento di governo e filogovernativi

L’emendamento che ha raccolto le istanze del governo e dei partiti più vicini all’esecutivo Musumeci ha in pancia alcune delle cose che sono state impallinate dall’Ars e include anche alcune delle sensibilità raccolte pure negli emendamenti parlamentari, come nel caso dell’Esa o dei contributi alla Fondazione Whitaker e all’Istituto Gramsci.

Il governo ribadisce il suo stop al ricorso agli interinali nelle società partecipate. Ritornano così le norme assunzioni in Sas, Sicilia digitale, Ast e Seus (norme che erano state stralciate dalla presidenza dell’Ars, ndr). Fra i 60 commi c’è il prestito ponte al Cas di 10 milioni, il marebonus per i trasportatori (10 milioni) e quello per i traghetti. Tornano, ancora, le proposte per i finanziamenti al turismo interno (1,5 milioni di euro) e quella per la fruizione dei luoghi della cultura (1,2 milioni di euro).

Le opposizioni protestano

Si ritirano dall’accordo, però, come detto, i progressisti dopo che nelle ore scorse, l’atteggiamento era stato di avvicinamento. “Non parteciperemo a nessuna trattativa – hanno dichiarato Barbagallo e Di Paola – per raggiungere l’accordo di un unico maxi emendamento alla manovra Finanziaria. Non conosciamo i contenuti delle proposte del Governo né di altri. Il Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle presenteranno la propria proposta con un maxi emendamento e domani deciderà l’aula”.

Dentro questa proposta ci sarebbero poche cose. Un emendamento per fermare la gara per la riscossione nei comuni. Uno stop alle promozioni nei settori della sanità e nelle partecipate, una norma per attribuire un’indennità ai presidenti delle Srr, le strutture che governano il mondo dei rifiuti, e una particolare norma in materia di rifiuti.

Punto e a capo, insomma. Sala d’Ercole riapre oggi. Giorno in cui la finanziaria dovrebbe vedere la luce. A rischio ci sono gli stipendi degli enti collegati della Regione.

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