Chiusura degli alfaniani | Crocetta: "Incomprensibile" - Live Sicilia

Chiusura degli alfaniani | Crocetta: “Incomprensibile”

Il Nuovo centrodestra all'Ars

L'ex presidente del Senato, fondatore del Nuovo centrodestra, arriva all'Ars e chiarisce la posizione che il neo gruppo parlamentare, staccatosi dal Pdl con sette componenti, assumerà rispetto alla legge di stabilità. Tramonta l'ipotesi di larghe intese. "Crocetta non ha più una maggioranza politica, ma solo d'aula. Non parteciperemo a balletti. Solo in casi eccezionali non ci sottrarremo al confronto".

ars, la finanziaria
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PALERMO – “Nasce il gruppo del Nuovo centro destra all’Ars”. La scissione, adesso, è anche siciliana. E ad annunciarla è l’ex presidente del Senato Renato Schifani, che prova ad allontanare anche le voci di larghe intese col governo: “Siamo all’opposizione, e rimarremo all’opposizione. E voteremo contro la Finanziaria di Crocetta”.

Gli alfaniani di Sicilia giungono a Palazzo dei Normanni in “formazione-tipo”. Oltre a Schifani, infatti, ecco anche i coordinatori regionali Giuseppe Castiglione e Dore Misuraca, la senatrice Simona Vicari e i sette deputati regionali che hanno scelto la linea della fedeltà al politico agrigentino.

Stamattina, una riunione del gruppo parlamentare, ha definito le prossime mosse, e ha chiarito la posizione della forza politica. “Dal vertice del gruppo – ha detto Schifani – esce fuori una posizione di coerenza e di correttezza. Siamo e rimarremo forza di opposizione. Semmai, proveremo a stimolare questo esecutivo. Un governo che ha una maggioranza d’Aula, ma non certamente politica. Collaborare con la giunta di Crocetta? Credo che possa accadere solo in casi eccezionali. Ad esempio – prosegue Schifani – abbiamo risolto il problema dei precari perché era un problema dei siciliani, non di Crocetta, appunto”. Un riferimento, quella alla norma sui precari, ricordato anche dal capogruppo Nino D’Asero: “Siamo una forza di opposizione, ma con grande senso delle istituzioni e rispetto per gli interessi della Sicilia e dei siciliani”.

“Crocetta – ribadisce Schifani sullo stesso argomento – credeva di poter definire la vicenda pecari in Senato, contando solo sulla maggioranza che sostiene il suo governo in Sicilia. E non gli è riuscito. Quando ci ha coinvolti, abbiamo fornito il nostro aiuto, nel rispetto dei reciproci ruoli”.

Rispetto reciproco che non può far rima con “larghe intese”o “inciucio”. “Noi – precisa Schifani – non chiediamo nulla. Non abbiamo bisogno di posti, né di intese sottobanco o soprabanco. Ovviamente il ruolo dell’opposizione è anche quello di denunciare anomalie e malfunzionamenti”.

Eppure, già in tanti avevano pensato alla riproposizione siciliana di un modello simile a quello romano: “A Roma – spiega però Schifani – abbiamo fatto una scelta: non entrare in Forza Italia per motivi di responsabilità, amaramente. Oggi, sempre per motivi di coerenza, diciamo: all’opposizione eravamo e all’opposizione rimaniamo. Nessun patto, quindi, col governo Crocetta”. Nonostante la maggioranza si sia divisa sull’apertura agli alfaniani. Da un lato, il ministro D’Alia ha auspicato un vero e proprio “patto”, mentre il segretario Lupo ha espresso un secco “no” al coivolgimento del centrodestra.

“Lupo – ha replicato Schifani – può dormire sonni tranquilli: non abbiamo alcuna intenzione di andare al governo. D’Alia? Lo ringraziamo per la fiducia che ripone in noi, ma la politica ha i suoi momenti e i suoi cicli. E riteniamo che la nostra presa di posizione di oggi ponga fine a questo balletto di voci”.

Ma la conferenza stampa di oggi è anche l’occasione per un giudizio, da parte del Nuovo centro destra, sull’operato del governo: “Crocetta – ha detto Schifani – ha vinto senza una vera maggioranza. Poi è riuscito a ottenerla con accordi o tramite il sostegno di nuove creature politiche. Ma come tutti i governi di questo tipo, sono destinati a scontare un’asfitticità evidente. Non ha una maggioranza politica… questo è ciò che manca davvero al governo Crocetta. Un po’ come successe a Lombardo che aveva vinto con una maggioranza ampia, ma poi ha deciso di governare con una maggioranza d’Aula. E a quel punto, l’azione di governo, soprattutto sul piano programmatico, è di molto indebolita”.

Ma il Ncd non si candida al ruolo di stampella: “La maggioranza è questa – puntualizza l’ex presidente del Senato – noi rimaniamo dove stiamo. Anche per questo, mi sembra difficle che il Ncd possa condividere l’intero impianto della legge di stabilità e votare a favore. Ovviamente, il nostro capogruppo motiverà le scelte del nostro voto contrario”.

E la decisione manifestata dagli alfaniani di votare contro la legge di stabilità è commentata “a caldo” dal presidente della Regione, giunto a Palazzo dei Normanni per un’importante conferenza con i capigruppo: “Attendo di conoscere nel dettaglio le parole espresse dai rappresentanti del Ncd – ha detto Crocetta – ma la scelta di rifiutare il dialogo, anche sul piano istituzionale, non credo possa portare a nulla di buono per nessuna forza politica. E non mi voglio riferire – ha proseguito il governatore – al solo Ncd, ma alle tante forze politiche che in questi giorni stanno operando in maniera, per certi versi, irresponsabile”. Ma tornando agli alfaniani, Crocetta ha aggiunto: “Mi pare assurdo che non si possa portare avanti un dialogo con una forza che a livello nazionale ha un accordo col centrosinistra e fa parte di un governo guidato da un leader del Pd”.

Insomma, come lo stesso Crocetta aveva paventato la scorsa settimana, l’appello al “dialogo” è caduto nel vuoto. Il Nuovo centrodestra sta all’opposizione. E rilancia la propria presenza. Nel segno della continuità, a dire il vero. Si riparte, infatti, con la conferma dei due coordinatori Castiglione e Misuraca. “I coordinatori però – ha annunciato Schifani – si doteranno di un tavolo di consultazione. Abbiamo scelto un modello federale di partito. Le scelte strategiche territoriali saranno quindi nelle mani dei responsabili territoriali. Entro marzo il partito terrà una assemblea costituente a Roma. Puntiamo a costituire in Sicilia 1500 circoli. Lì presenteremo una bozza di Statuto. La scelta dei rappresentati territoriali partirà dal basso. E lo stesso sarà per la scelta del coordinatore regionale”. Intanto, in Sicilia, “sboccia” il nuovo gruppo. Ne faranno parte i deputati D’Asero, Cascio, Alongi, Vinciullo, Germanà, Fontana e Milazzo. La scissione è servita, anche a Sala d’Ercole.


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