PALERMO – “Bisogna sfatare la leggenda che parla dei Regionali come degli impiegati che non lavorano. Non è vero, si tratta invece di personale che lavora e che è sottoposto a pressioni e grandi responsabilità”. Nel giorno in cui i sindacati firmano il testo del nuovo contratto collettivo degli impiegati della Regione Siciliana, il presidente dell’Aran Accursio Gallo gonfia il petto e tira fuori l’orgoglio di chi lavora nella macchina amministrativa regionale. I sindacati hanno firmato il testo così come modificato dopo le indicazioni della Corte dei conti. “Un ottimo risultato – ancora Gallo, il migliore che potevamo raggiungere. Ringrazio i rappresentanti sindacali per la loro sensibilità. Il contratto, adesso, ha immediata vigenza e non dovrà ritornare alla Corte dei conti
“Grazie all’incessante lavoro di contrattazione dei sindacati e alla collaborazione dei vertici dell’Aran Sicilia abbiamo ottenuto uno dei migliori risultati possibili”, dicono Gaetano Agliozzo e Franco Campagna, segretario generale e coordinatore regionale della Fp Cgil Sicilia, Paolo Montera e Fabrizio Lercara, segretario generale e segretario regionale della Cisl Fp Sicilia, Enzo Tango e Luca Crimi, per la Uil Fpl Sicilia, e Gianni Borrelli, della Uil Sicilia. “Usciamo dalla sede di via Trinacria con un impegno preciso del presidente Gallo che, su nostra precisa richiesta – proseguono i sindacalisti – ha assicurato che già nei prossimi giorni, e con la massima urgenza, convocherà e farà insediare formalmente la Commissione paritetica, a cui toccherà il compito di occuparsi della riclassificazione di tutto il personale della pubblica amministrazione regionale. Un passaggio fondamentale che non può più essere rimandato, perché i lavoratori della pubblica amministrazione regionale aspettano da troppo tempo risposte a cui hanno diritto”. I sindacati, infine, hanno chiesto “che vengano posti in essere tempestivamente tutti gli adempimenti per l’immediata corresponsione degli aumenti del trattamento economico fondamentale e la liquidazione degli arretrati, per scongiurare il rischio di ulteriori ritardi che potrebbero compromettere ancora il diritto di migliaia di lavoratori di ottenere in tempi certi i miglioramenti economici che oggi si sono sbloccati”.
Anche il Siad e la Cisal, che in una prima fase non avevano firmato la preintesa hanno apposto la firma. I due sindacati hanno depositato una serie di osservazioni. “Lamentiamo – affermano Angelo Lo Curto e Vincenzo Bustinto segretari generali del Siad, – il rinvio della definizione del sistema di classificazione a dopo la ratifica, il mancato finanziamento delle progressioni verticali previste dalla legge Madia, la mancata attivazione dei profili evoluti C Super e D Super e l’Area dei Direttivi, la mancata istituzione delle indennità legate allo svolgimento di particolari funzioni professionali, i tagli economici operati su permessi, congedi, terapie salvavita e indennità varie”. Una posizione critica è stata espressa anche da Giuseppe Badagliacca della Cisal. “Non è stato condiviso – afferma Badagliacca – il mancato recupero della perdita del potere d’acquisto determinato da dodici anni di blocco contrattuale, la pochezza degli aumenti previsti per gli anni 2016 e 2017, la determinazione di economie per più di 8 milioni di euro, sui 43 destinati al rinnovo, il mancato investimento nel riconoscimento delle professionalità possedute dai dipendenti”. Il Siad e la Cisal, hanno chiesto al presidente della Regione Nello Musumeci e all’assessore alla funzione pubblica, Bernadette Grasso, di disporre con urgenza l’immediato avvio delle progressioni verticali per rendere più efficiente la macchina amministrativa e rendere i servizi e i tempi di espletamento dei procedimenti, più conformi alle attese dei cittadini e dell’utenza. “Abbiamo chiesto visto che il contratto 2016/2018 è di fatto già scaduto lo scorso 31 dicembre, – dicono il Siad e Cisal – abbiamo chiesto al presidente Musumeci di procedere con immediatezza oltre che alla corresponsione degli aumenti contrattuali già scaduti, anche al pagamento della indennità di vacanza contrattuale pari al 50% della previsione Istat dell’inflazione”.