Firmato protocollo con Confindustria contro le infiltrazioni - Live Sicilia

Firmato protocollo con Confindustria contro le infiltrazioni

Si sperimenta in Sicilia un nuovo modello di lotta contro le infiltrazioni mafiose negli appalti e nell’imprenditoria. Lo strumento scelto è un protocollo di legalità che, oltre a Confindustria, coinvolge la Regione e le Prefetture della Sicilia. L’accordo, che fissa nuovi e più rigidi criteri di controllo e di repressione, è stato firmato oggi a Palermo alla presenza del ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Per la Regione è intervenuto l’assessore all’Energia e ai Servizi di pubblica utilità, Giosué Marino, e per Confindustria il presiedente siciliano Ivan Lo Bello.

“Qui si realizza un modello innovativo di collaborazione non solo fra le istituzioni ma anche con l’associazione degli industriali chiamata svolgere un ruolo fondamentale”, ha detto Maroni che ha anche riconosciuto l’impegno della Confindustria nell’isolamento delle aziende inquinate o indotte a venire a patti con la mafia. Il protocollo fissa l’obiettivo di assicurare la concorrenza leale e la libertà d’impresa ma anche la prevenzione dei condizionamenti criminali. La Regione è impegnata ad assumere informazioni mirate prima di rilasciare le autorizzazioni e a estendere alla filiera delle imprese interessate agli appalti e ai servizi l’obbligo della documentazione antimafia e delle sanzioni. La Confindustria proseguirà nell’azione che già svolge puntando sull’etica della responsabilità, su nuove misure di garanzia della legalità e sull’espulsione o la sospensione delle imprese che violano il protocollo. I controlli mirati sono promossi dalle Prefetture.

“Dobbiamo garantire la libertà d’impresa e le condizioni di leale concorrenza e trasparenza. Nessuna regola opaca”, ha sottolineato Lo Bello. Per Maroni l’accordo si coniuga con la linea diretta a colpire i patrimoni della mafia. “Togliere i soli ai mafiosi mette in crisi il sistema organizzativo” ha ribadito. E ha ricordato che per la gestione dei beni confiscati, da “mettere a reddito per impedirne il degrado”, è nata un’Agenzia con sede a Reggio Calabria. Entro la fine di giugno, ha promesso, l’Agenzia avrà una filiale anche a Palermo.


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