Fondazione Federico II, peculato | Chiesti sei anni per Acierno - Live Sicilia

Fondazione Federico II, peculato | Chiesti sei anni per Acierno

Chiesti sei anni di reclusione per Alberto Acierno, ex deputato nazionale e regionale, accusato di peculato ai danni della Fondazione Federico II e dell'Ars. Sarebbe di quasi 145 mila euro, in totale, la somma sottratta da Acierno. La sentenza è prevista per lunedì prossimo.

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Alberto Acierno

PALERMO – A conclusione della sua requisitoria, il pm della Procura di Palermo Sergio De Montis ha chiesto la condanna di Alberto Acierno a sei anni di reclusione. L’ex direttore generale della Fondazione Federico II ed ex capo del gruppo misto dell’Ars è accusato di peculato.

Secondo la procura, Alberto Acierno, si sarebbe impossessato di 42.602 euro dal conto corrente a disposizione del gruppo misto dell’Ars nella XIII legislatura. Nel conto del gruppo, infatti, sono stati accreditati 122.154 euro destinati, secondo il decreto che ne disponeva l’accredito, a ripianare i debiti contratti dal gruppo parlamentare nel corso della legislatura precedente. Ma non tutti i soldi sono giunti a giusta destinazione e il resto non è stato restituito alla ragioneria generale dell’Ars.

Il secondo capo d’imputazione contestato ad Acierno riguarda la sua gestione, da direttore generale, della Fondazione Federico II. La cifra di cui si sarebbe impossessato illecitamente, secondo l’accusa, è di 102.102 euro. Il caso aveva creato stupore per l’uso “disinvolto” delle carte di credito intestate alla Fondazione, utilizzate da Acierno per pagare viaggi, pedaggi e anche casinò on-line.

Acierno si è sempre difeso sostenendo che sia stata compiuta una sorta di compensazione per il servizio da lui prestato come consegnatario delle opere d’arte esposte in occasione del 60° anniversario della nascita dell’Ars. Un accordo in parola con l’allora presidente di Sala d’Ercole, Gianfranco Miccichè, secondo la versione di Acierno che, per l’accusa, non può essere valido se non forma scritta vista l’assimilabilità della Federico II a un ente pubblico, perché istituita con legge regionale. Ma “vi è di più – dice De Montis in aula – Miccichè nega di aver concordato con lui alcun compenso” e non ci sono documenti, né negli uffici della Fondazione, né in quelli dell’Ars, che giustifichino il pagamento.

L’Ars e la Fondazione Federico II, costituitisi parti civili e rappresentate da Enrico Sanseverino, hanno chiesto il sequestro conservativo dei beni di Alberto Acierno a garanzia del ristoro. Il processo è stato rinviato a lunedì prossimo quando sarà la volta della difesa e, per la stessa giornata, è prevista la sentenza.


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