Corte dei conti, caso extrabudget | Monterosso, condanna definitiva - Live Sicilia

Corte dei conti, caso extrabudget | Monterosso, condanna definitiva

La burocrate deve restituire 1,3 milioni. Confermate anche le sentenze a carico degli ex assessori Incardona e Gentile.

LA CASSAZIONE
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PALERMO – Adesso c’è anche il “bollo” della Cassazione. Le condanne contabili a carico di Patrizia Monterosso, Carmelo Incardona e Luigi Gentile sono definitive. L’ex segretario generale dovrà quindi restituire le somme indicate come danno erariale sia in primo grado che in appello dalla Corte dei conti: quasi 1,3 milioni di euro. Lo stesso dovranno fare i due ex assessori: Incardona dovrà risarcire 800 mila euro (cifra scesa di 30 mila euro in secondo grado), Gentile dovrà restituire 224 mila euro.

La vicenda sulla quale oggi la Corte di Cassazione scrive la parola “fine” è quella relativa ai cosiddetti “extrabudget” nella Formazione professionale. In pratica, si tratta di integrazioni, considerate illegittime, ai contributi destinati agli enti dal Piano regionale per l’offerta formativa del 2007.

“Pervennero al dipartimento della formazione professionale – ricordano i giudici di Cassazione – numerose istanze volte a ottenere, spesso con motivazioni generiche, sostanziose integrazioni dei finanziamenti assegnati, parte parte delle quali fu proposta quando l’attività di formazione non era ancora iniziata o era ancora in corso, ed altra parte quando i progetti formativi erano già stati espletati ed in corso di rendiconto”. Da lì, la responsabilità che i giudici contabili hanno riscontrato nei confronti dei due ex componenti della giunta di Raffaele Lombardo e della burocrate che in quegli anni rivestiva il ruolo di dirigente generale della Formazione. Hanno retto, insomma, sia in primo grado (la Procura era rappresentata da Gianluca Albo), sia in Appello (in quel caso da Diana Calaciura) le tesi dell’accusa. 

La Cassazione ha respinto tutte le censure avanzateda Monterosso (sei motivi di censura), Incardona (due motivi di censura) e Gentile (una censura e una ‘sub-centura’). Nel caso di Patrizia Monterosso, in particolare, il ricorso in Appello di fronte alla Corte dei conti era stato giudicato inammissibile. Negli altri casi, comunque, non hanno retto le tesi difensive secondo cui sarebbe venuto meno il danno erariale visto che la Regione aveva avviato le procedure per recuperare le somme erogate, circa 4 milioni di euro, attraverso lo strumento della compensazione o le ingiunzioni di pagamento agli enti. Una procedura che ha comportato l’avvio di un processo per peculato proprio a carico di Patrizia Monterosso, oggi direttrice della Fondazione Federico II. Procedimento dal quale la burocrate è stata completamente prosciolta perché “il fatto non sussiste”. La condanna contabile, però, per lei e gli ex assessori, adesso ha anche il bollo della Cassazione.


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