PALERMO – Un contenzioso da 4,6 milioni di euro di cui quasi nessuno al Comune, fino a oggi, era a conoscenza e che piomba nella trattativa tra Palazzo delle Aquile e la Multi Veste Italy 4 srl per il completamento delle opere d urbanizzazione di Brancaccio, dove la società è proprietaria del centro commerciale Forum. A “rivelarlo” al consiglio comunale è stato questa sera il vicesindaco Emilio Arcuri, convocato a Sala delle Lapidi per la delibera di riapposizione dei vincoli all’esproprio per la realizzazione del secondo lotto di opere. Delibera peraltro approvata a maggioranza con il voto favorevole del centrosinistra.
Ma del contenzioso, fino a oggi, quasi nessuno sapeva nulla. E dire che da settimane si discute della delibera che, in poche parole, consente alla società di realizzare alcune opere di urbanizzazione (tra cui un parcheggio, il prolungamento della via Pecoraino, l’allargamento di via Funnuta e del verde) che fanno parte di un secondo lotto da 3,2 milioni, visto che il primo (da 7,7 milioni) è quasi completato. Opere contenute nella convenzione tra Comune e società stipulata per l’apertura del Forum.
La querelle giudiziaria è nata quando il Comune ha espropriato al Forum un pezzo di terreno per costruirvi il deposito del tram: piazza Pretoria ha pagato quasi 2,5 milioni di euro, che però la Multi Veste ha giudicato insufficienti tanto da ricorrere a un tribunale. Il 15 ottobre dovrebbe esserci la sentenza di primo grado, ma è assai probabile che l’ente soccomberà: il Cup, ovvero il consulente scelto dal giudice, ha quantificato la somma che il Comune dovrà pagare in 4,6 milioni, mentre l’esperto di piazza Pretoria pensa che debba essere la metà. Sia come sia, è assai probabile che l’amministrazione debba aprire il portafogli.
Il Comune a questo punto potrebbe cercare un accordo, visto che il dialogo con l’azienda è già avviato per il completamento del secondo lotto. Come detto, il consiglio ha approvato la delibera che consente di riapporre i vincoli e quindi di procedere ai lavori che serviranno anche a riqualificare la zona. L’atto, però, non ha mancato di sollevare alcune polemiche nelle scorse settimane, specie per la proposta dell’azienda di non realizzare parte del secondo lotto e in cambio concorrere all’apertura delle bretelle autostradali di Brancaccio, da vent’anni incompiute ma per le quali è arrivato proprio in questi giorni il collaudo statico. Quelle a nord sono finanziate dalla Regione, quelle a sud no. A questo punto toccherà all’amministrazione trovare una soluzione per il completamento.
La seduta di stasera, però, ha portato a galla anche un malessere tutto interno agli orlandiani e che nelle ultime settimane si era manifestato solo sulla stampa, con esponenti di primo piano del Mov139 critici nei confronti di alcuni rami dell’amministrazione. Un “duello” a distanza che questa volta si è materializzato negli interventi in Aula del vicesindaco Emilio Arcuri e del vice capogruppo della maggioranza Pierpaolo La Commare.
“Questa deliberazione – ha detto Arcuri nel suo intervento – è stata caricata di aspettative in modo esagerato. La Multi Veste ha avanzato la richiesta di rivedere alcune opere a scomputo degli oneri e in occasione di una conferenza dei capigruppo avevo chiesto di dare all’amministrazione il tempo necessario per verificare se la riproposizione dei vincoli potesse andare in contrasto con altre richieste della Multi Veste”. In realtà alla fine dall’amministrazione è arrivato il via libera all’atto, sia in considerazione del collaudo che del contenzioso, ma la maggioranza aveva deciso di affrontare comunque la questione.
Il dibattito, poi, si è allargato anche ad altre tematiche (come il front office per i progetti di finanza e l’autorizzazione unica ambientale) e non sono mancate alcune stoccate da entrambe le parti. “Io apro lo sportello del progetto di finanza perché sono in condizione di farlo, non perché me lo dice un consulente del sindaco o un consigliere”, ha detto Arcuri riferendosi al caso dell’ingegnere Goracci di cui Livesicilia ha scritto sabato scorso. “Abbiamo chiesto con il capoarea Di Bartolomeo di avere tutte le pratiche di partenariato pubblico-privato e di finanza di progetto, non si possono apprendere le cose dalla stampa – ha continuato il vicesindaco – io ho rispetto verso l’Aula, ma questo non mi impedisce di pretendere lo stesso rispetto”.
“Ero certo che il vicesindaco avrebbe semplificato la trattazione dell’atto spiegandoci i contorni della delibera – ha replicato La Commare -perché l’iter autorizzativo dei tre centri commerciali è stato diverso e ha seguito tempi diversi, alcune volte molto veloci. Le richieste della Multi Veste sono note all’amministrazione da un anno e nel dialogo con i privati l’amministrazione deve interloquire con gli imprenditori e non, come accaduto in passato, mettersi a disposizione dell’imprenditore. La giunta ha costituito il front office al polo tecnico che doveva ricevere le proposte di progetto di finanza, l’ha costituito la giunta e non noi. Il consiglio, d’accordo col sindaco, si è inserito in questo percorso”. “E chi è il responsabile di questo front office? Io non lo so”, ha detto a quel punto Arcuri.
“E’ grave che l’assessore non sia a conoscenza delle istanze presentate – ha ribattuto il vice capogruppo – gli imprenditori non sono nostri amici, li abbiamo ricevuti in commissione ma non è compito nostro. Non è possibile che gli uffici non rispondano a chi vuole investire, questi imprenditori sono venuti in commissione di loro spontanea volontà, non li abbiamo certo cercati noi”. Un clima teso in casa orlandiana e sono in molti a chiedersi cosa succederà a questo punto quando in Aula arriverà il Piano triennale delle opere pubbliche.
“Al Forum c’è un’incompletezza delle opere che comporta degrado – ha detto il presidente della commissione Urbanistica Alberto Mangano – e la questione dell’Aua, l’autorizzazione unica ambientale, è assurda: al Suap c’è un arretrato di 350 pratiche. Gli uffici non devono entrare nel merito della documentazione, dovrebbe essere un semplice passaggio di carte”. La mancanza dell’autorizzazione potrebbe anche costringere alcune ditte alla chiusura, visto che è obbligatoria per legge.
“Siamo soddisfatti di questa delibera – ha detto Paolo Caracausi di Idv – ma non vorremmo che le bretelle restino un’incompiuta ancora a lungo: l’amministrazione individui una soluzione per poterle aprire, riqualificando così la costa sud”. “Il contenzioso rischia di interrompere il dialogo costruttivo con l’azienda – ha detto Giulio Tantillo, capogruppo di Forza Italia – le opere vanno comunque realizzate nell’interesse della città e nel rispetto della convenzione. La minoranza si dimostra ancora una volta indispensabile per il mantenimento del numero legale, pur astenendosi”. “E’ importante rispettare le convenzioni – ha dichiarato Rosario Filoramo del Pd – e i loro termini, ma a 360 gradi e in tutti i casi, come quelli degli altri centri commerciali”.