Foss, Biondo, Massimo: | 7,2 milioni di stipendi arretrati - Live Sicilia

Foss, Biondo, Massimo: | 7,2 milioni di stipendi arretrati

Fra le tante conseguenze del rinvio della "manovrina" regionale c'è il blocco degli stipendi dei dipendenti degli enti culturali. A Palermo come altrove la situazione è drammatica: i quasi 400 lavoratori di Foss, Politeama e Massimo hanno accumulato arretrati per 7,2 milioni.

DOPO IL RINVIO DELLA "MANOVRINA"
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PALERMO – Un milione e 197 mila euro per il Teatro Biondo Stabile, 2,9 milioni per il Teatro Massimo e 3,2 milioni per la Foss, la Fondazione orchestra sinfonica siciliana. Sono queste le drammatiche cifre degli stipendi arretrati nei tre più grossi enti culturali di Palermo. Il saldo di questi stipendi era contenuto nella “manovrina” finanziaria che giovedì l’Ars ha di fatto bocciato rispedendola in commissione Bilancio e scatenando l’ira del governatore Rosario Crocetta, che ha bollato i deputati come “nemici del popolo”.

A prescindere dalle ragioni economiche o politiche, il rinvio della manovrina da 234 milioni di euro (20 dei quali destinati ai forestali e 80 ai Comuni) ha congelato sei mesi di stipendi, da gennaio a giugno di quest’anno, dei dipendenti regionali e di quelli di partecipate, enti, parchi, istituti di vario tipo e, appunto, teatri. Neanche nel resto della Sicilia le cose vanno meglio: Palazzo d’Orleans deve 733 mila al Teatro Stabile e 5,7 milioni al “Vincenzo Bellini” di Catania, 1,9 milioni al Teatro di Messina e 263 mila euro all’Istituto nazionale del dramma antico di Siracusa. L’assessore regionale alla Cultura, Michela Stancheris, ha messo tutti sull’avviso: “Questo è il secondo appello che salta perché già in precedenza avevamo presentato un provvedimento per pagare i salari dei dipendenti. C’è il rischio che si paralizzi la programmazione artistica dei tre teatri palermitani come degli altri enti culturali. È assurdo che la campagna elettorale spinga alcuni a strumentalizzare il personale che opera nella cultura. A questo punto lancerei una provocazione: chi riceve lo stipendio non vota, così si eliminano interferenze politiche”.

Provocazioni a parte, la situazione si fa sempre più difficile. Il 15 maggio, prima del concerto che ha celebrato il 68esimo anniversario dell’Autonomia Siciliana, i musicisti hanno esposto sul palco un cartello che recitava: “Dipendenti della Foss da 78 giorni senza stipendio”. Numero destinato a crescere. “I dipendenti della Foss non sanno a chi rivolgersi per avere un po’ di credito – dice Francesco Assisi della Fistel Cisl -, alcuni sono andati anche alla Caritas perché non possono più pagare l’affitto o il mutuo né fare la spesa”. Alla Foss lavorano 156 dipendenti “e i debiti accumulati ammontano a 7,5 milioni di euro – continua Assisi -, così ci hanno detto. Tra l’altro temiamo che una parte dei 3,2 milioni, se e quando arriveranno, sarà pignorata dai creditori che hanno presentato diverse ingiunzioni, come i fornitori che non vengono pagati da mesi o i dipendenti che hanno vinto alcune cause per il versamento del tfr. Senza contare che i 3,2 milioni sono già di per sé insufficienti se si considera che i soli dipendenti costano circa 500 mila euro al mese”.

Situazione non dissimile al Massimo, che impiega circa 180 lavoratori, e al Biondo, che conta sull’apporto di 46 persone. “Il Massimo tira avanti grazie ai contributi statali – spiega Assisi – ed è più o meno in regola coi pagamenti. Il Biondo invece è in grande difficoltà: dei tre soci, la Provincia è ormai scomparsa, alla Regione è tutto bloccato e il Comune paga in dodicesimi”. Per il sindacalista “la cosa peggiore è la mancanza di programmazione. Al Massimo c’è un commissario, il cui incarico scade il 30 giugno. Anche l’incarico della sovrintendente della Foss (l’imprenditrice Valeria Grasso, ndr) è a tempo. Come si fa a programmare il futuro così? Per appianare i debiti abbiamo proposto la patrimonializzazione dei tre enti attraverso immobili o beni confiscati, così da poter accendere un mutuo e diminuire negli anni il passivo. Solo in questo modo – conclude Assisi – si può fare programmazione e ricondurre la situazione alla normalità. Altrimenti, continuando a mettere dei pannicelli caldi sulle ferite, andranno in cancrena”.


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