Francesca, uccisa e fatta a pezzi - Live Sicilia

Francesca, uccisa e fatta a pezzi

L'atroce storia di Augusta
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Una storia d’amore fatta a pezzi, deturpata dall’orrore di un epilogo atroce e inatteso. Lui l’ha uccisa, l’ha sminuzzata in più parti, l’ha seppellita. Poi ha mandato degli sms, per sviare le tracce. Lei era sparita, i familiari la cercavano, pure tramite “Chi l’ha visto”. I carabinieri hanno ritrovato i resti e ricostruito la trama nera.
Si è conclusa dunque nel peggiore dei modi, con una violenza inimmaginabile,  la vicenda della ragazza di Augusta, Francesca Ferraguto (22), barista, sparita e mai più ritrovata. Da tempo era fidanzata con Gianfranco Bari, un ragazzo di trentacinque anni, operaio tubista, anche lui di Augusta. Nell’ultimo periodo, dopo due anni di fidanzamento, avevano avuto parecchi problemi di coppia, forse gli stessi di qualunque altra coppia, ma la gelosia dell’uomo è sfociata in puro sadismo. Dopo averla picchiata a morte ha ritenuto che la cosa migliore da fare fosse occultare il cadavere e successivamente denunciare la scomparsa della fidanzata. L’uomo perciò, nel cuore di una notte indimenticabile, a maggio scorso,  ha afferrato una sega elettrica e ha sezionato il corpo della vittima riponendolo successivamente in un sacco di plastica. Dopo il raccapricciante gesto, l’omicida si è recato con la sua automobile nei pressi della contrada Pezza Grande, dove ha deciso di seppellire il corpo, vicino all’abitazione rurale di suo padre. In un secondo momento ha cercato di seminare una serie di indizi che potessero sviare le ricerche dei militari di Augusta. La scomparsa della ragazza era stata denunciata dai genitori il 28 maggio, ma a quanto pare, Francesca era solita allontanarsi per giorni senza dare notizie. Il ritrovamento della sua Fiat Seicento bianca, targata BF504FS e con le chiavi ancora appese,  nei pressi della stazione ferroviaria di Catania aveva fatto pensare che si potesse trattare di un allontanamento spontaneo.
Ma era stato l’assassino a condurre la vettura vicino la stazione, per gettare fumo. Il 27 ottobre i militari dell’Arma hanno riavvicinato il fidanzato – dopo scrupolose indagini – e lui, una volta in caserma, ha mostrato in un primo momento una certa reticenza. All’incalzare delle domande  del pm  della procura della Repubblica di Siracusa, Manuela Cavallo,  ha cominciato a ricostruire i fatti, dagli ultimi momenti passati insieme alla ragazza fino alla sua uccisione. Durante la confessione l’uomo ha rivelato anche il  tetro luogo del seppellimento, dove i carabinieri si sono prontamente recati. Dopo avere scavato nel punto indicato è stato ritrovato ciò che restava del cadavere. Subito dopo Gianfranco Bari è stato posto in fermo dal corpo di polizia per omicidio e occultamento del cadavere e adesso si attendono aggiornamenti giudiziari.
Si attende anche l’arrivo dei Ris di Messina per accertamenti sul luogo del delitto, l’abitazione dei due, in via Lavaggi nel centro di Augusta.


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