Papa Francesco, la nuova |pietra della Chiesa - Live Sicilia

Papa Francesco, la nuova |pietra della Chiesa

Francesco. Un nome che evoca povertà e umiltà. Il cardinale Jorge Mario Bergoglio, asceso al soglio di Pietro, comincia bene la sua opera.

Nel nome di Francesco
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A caldo abbiamo scritto che Francesco  è un Papa poverello, nel solco della tradizione di un nome che vuol dire già tutto. Qualunque sia la soggettività che l’ha scelto, rimane il titolo oggettivo di un sasso che rotola per diventare benefica frana. “Francesco” è il suono della nuova pietra, chiamata a spazzare via retaggi e ostacoli dal cammino della Chiesa, intesa nel senso proprio di comunità spirituale.

Ora aggiungiamo che la fisionomia del cardinale Jorge Mario Bergoglio somiglia al ritratto di un pontefice normale. Non lo fu Giovanni Paolo II e per fortuna: il Papa polacco ebbe i lineamenti di un guerriero, con il bastone pastorale in mano. L’epoca lo richiedeva. Benedetto XVI è stato un vescovo di Roma dolce e rivoluzionario. Capace di minare i postulati del potere curiale, in vista di una suadente deflagrazione. Senza l’atto di rinuncia di Joseph Ratzinger, oggi parleremmo di corvi e scandali. Invece, un Papa ritenuto troppo tradizionalista e conservatore (sebbene più progressista di Wojtyla, per quanto ciò suoni incredibile) ha saputo osare l’inosabile e tentare il mai tentato. Dalla sua scelta è scaturita l’ispirazione del futuro.

Questo futuro è nelle mani di Papa Jorge Mario, Francesco. La sua normalità risalta nella semplice comunicazione dell’esordio: paramenti sobri, la croce di ferro e un viso adatto a captare e diffondere pace e serenità. Non un arcangelo fiammeggiante venuto a sgominare le gang che deturpano la Chiesa. Non un mistico, un teologo sopraffino (quale in effetti Bergoglio è) con il compito di andare in profondità, di salire ai livelli più alti dell’ascesi, rimandando un riflesso terreno del volto di Dio, e tuttavia debole di governo e polso. Francesco rammenta proprio la normalità di un altro grande e brevissimo vescovo di Roma: Giovanni Paolo I, Papa Luciani.

Perciò è lecito attendersi un cambiamento. Ma è lecito e giusto attenderlo con il metro della fede, che non è l’unità di misura corrente. Dimenticando i facili giudizi di chi già immagina un Papa tutto Tango e palleggi, di chi già riesuma presunte complicità con i regimi, degli increduli che hanno bisogno di sporcare tutto. La Chiesa segue una strada paziente, diversa dal percorso onnivoro del mondo. Sarebbe meglio ricordarlo sempre

 


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