Fratel Biagio Conte è il siciliano del 2023 e di molti altri anni ancora

Fratel Biagio Conte è il siciliano del 2023 e di molti altri anni ancora

La storia di chi ha cambiato la coscienza di Palermo
IL PERSONAGGIO
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PALERMO- La stanza di via Decollati che ha vissuto gli ultimi giorni di un uomo che tanti chiamano già santo, osservata da fuori, conserva l’eco di quel tempo. Qui, nel gennaio del 2023, quasi un anno fa, Fratel Biagio Conte – il missionario che partì da Palermo per tornare e fondare un’opera di rinnovamento delle coscienze – ha esalato il suo ultimo respiro terreno. “Si è spento come una candelina”, ha raccontato Luciano, che lo ha assistito, dando la raffigurazione esatta di una luminosa leggerezza. Adesso – ritornando con il pensiero a quei luoghi e a quelle ore – rimane l’essenza di ciò che è accaduto. Le candele possono spegnersi, ma la luce che hanno donato sopravvive per rischiarare il buio più impenetrabile.

Cosa è stato, dunque, quel tempo di cui avvertiamo l’eco, nelle settimane finali di Biagio Conte? Una domanda difficile anche per chi lo ha sperimentato, con gli occhi, lo sguardo e il cuore appesi alla porta di una umanissima agonia. La risposta, forse, è scritta nel sentimento di pace che ha lasciato. C’era, in quegli istanti, il dolore per l’imminente separazione, ma c’era pure una gioia che non si può spiegare con le nostre abituali parole. Come se qualcosa avesse saldamente preso in mano la sceneggiatura di un addio. Che cosa fosse, per chi crede, è oggetto di fede. Tutti, senza distinzioni, hanno avvertito una profonda boccata d’aria, lontana e vicinissima. Secondo un’intima coerenza della storia.

La vita di colui che nacque Biagio Conte e diventò Fratel Biagio Conte si è snodata interamente su un doppio registro. Immersa negli angoli più duri, per trarre in salvo esseri umani. Chiamata da una altissima vocazione francescana che ha reso l’impegno incessante. Non c’era riposo e non poteva esserci. Biagio era su questa terra, ma ci osservava da un punto di vista siderale. Biagio viveva qui ed era collegato con un misterioso altrove. I suoi occhi azzurri-abbaglianti erano, insieme, una pacifica trincea e una splendida promessa. Questo è stato il miracolo che ha sicuramente compiuto.

Oggi, nel celebrare il Capodanno, non possiamo non pensare a lui, con affetto. Caro amico, Fratel Biagio Conte, ti scriviamo non perché sei morto, ma perché sei vivo e lo sarai per sempre, nel nostro cuore. Tu, per ideale acclamazione, sei il siciliano dell’anno. Lo sei stato e lo sarai per molto tempo ancora.

La stanza di Fratel Biagio,

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