PALERMO – “Uno scenario connotato da illegalità diffusa e sistemica”. Lo scenario in questione è quello delle frodi in Sicilia legate ai fondi europei e a darne una definizione così allarmante è il Procuratore regionale della Corte dei Conti Guido Carlino nel corso della sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Nel 2012 sono stati ben trenta gli atti di citazione a carico di privati per un totale di 18,5 milioni, in aumento rispetto agli 11 dell’anno prima.
Le segnalazioni arrivano dalla Guardia di Finanza, dai Carabinieri o ancora dai Pubblici ministeri e gli illeciti riguardano il “mancato raggiungimento degli obiettivi di promozione e sviluppo sottesi al finanziamento pubblico e dalle modalità di realizzazione, caratterizzate da operazioni che mascherano la fittizia rappresentazione dei costi sostenuti”. Insomma, i fondi europei in alcuni casi non vengono impiegati bene con spese sono gonfiate ad hoc. Costi fittizi, o in alcuni casi esorbitanti, per cifre che toccano anche i tre milioni di euro.
Gli illeciti colpiscono sia i fondi per l’agricoltura, sia quelli per lo Sviluppo regionale: c’è l’azienda che certifica operazioni inesistenti per la costruzione di un albergo e quella che invece li inventa per la realizzazione di impianti vivaistici. Le condanne nel 2012, invece, sono state 27 e hanno riguardato la costruzione, mai avvenuta, di impianti per la lavorazione di tè e caffè o di capannoni industriali.
Anomalie sono state riscontrate, inoltre, anche nel settore della Formazione professionale: dai corsi per la riqualificazione dei disoccupati della Provincia di Agrigento agli enti che non hanno restituito somme non spese, passando per la citazione “nei confronti di assessori, dirigente generale ed altri funzionari del medesimo assessorato, per un danno complessivo di oltre 4,7 milioni per illegittimi finanziamenti integrativi a favore di enti, al di fuori del budget inizialmente approvato dalla 52 amministrazione e in violazione dei limiti massimi di spesa finanziabili”.