PALERMO – Le condanne diventano definitive. Gli ex deputati regionali Giulia Adamo e Livio Marrocco devono sborsare rispettivamente 165 mila e 49 mila euro per le “spese pazze”. La Cassazione a sezioni unite (presidente Francesco Tirelli, relatore Alberto Giusti) stabilisce, una volte e per tutte, che la responsabilità degli onorevoli “è quella propria di chi, avendo conseguito la materiale disponibilità del denaro (attraverso i contributi percepiti), ne abbia in qualche modo fatto un uso non accorto, contravvenendo alla corretta destinazione delle risorse gestite, in violazione dei principi generali di contabilità e delle norme disciplinanti la contribuzione pubblica ai gruppi stessi”.
I motivi dei ricorsi erano uguali. Secondo i ricorrenti, la Corte dei Conti avrebbe violato “il principio di insindacabilità delle attività poste in essere dai deputati regionali nell’esercizio delle loro funzioni”. In sostanza andava esclusa “la giurisdizione contabile sulle modalità di utilizzo, in concreto, di tali contributi ai gruppi parlamentari presso l’Ars” visto che il parlamento siciliano non prevedeva “alcuno specifico vincolo normativo di destinazione dei contributi in favore dei gruppi”.
La Cassazione ha dichiarato inammissibili entrambi i ricorsi dando continuità ad alcuni principi già espressi in una precedente ordinanza sovrapponibile al nuovo giudizio in cui si stabiliva che “la prerogativa dell’insindacabilità non riguarda affatto l’attività materiale di gestione delle risorse finanziarie, che resta assoggettata alla ordinaria giurisdizione di responsabilità civile, penale e contabile”.
Adamo era capogruppo dell’Udc, ruolo ricoperto una volta lasciato Fli nel novembre del 2010 fino all’agosto del 2012. Nell’elenco delle spese contestate c’erano anche acquisti di cravatte, carrè di seta, pernottamenti in hotel e affitto di sale convegni, spese alla bouvette dell’Ars, contributi a deputati regionali e collaboratori del gruppo parlamentare.
Marrocco, che ha versato la somma già lo scorso ottobre, è stato presidente del gruppo parlamentare Fli all’Ars. Nel periodo dal 27 ottobre 2010 al 4 dicembre 2012 gli sono state addebitate varie tipologie di spese effettuate coi contributi erogati ai gruppi parlamentari: soldi ai singoli deputati, spese per acquisto di giornali e fumetti Diabolik, ristoranti, Ipad Apple con accessori, acquisto di generi alimentari, abbigliamento, ottica, prodotti per la casa e per la persona, servizi di lavanderia, farmaci e parafarmaci e regali vari.
Tutto classificato alla voce danno erariale perché fuori dai parametri istituzionali. Da qui le condanne, le prime che diventano definitive per una serie di politici indagati dalla Procura regionale della Corte dei Conti.