Fuoco, fumo e lacrime: disastro ambientale - Live Sicilia

Fuoco, fumo e lacrime: disastro ambientale

La plastica continua a bruciare al Kalat Impianti. I carabinieri tentano di recuperare i nastri della videosorveglianza.
CALTAGIRONE, THE DAY AFTER
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3 min di lettura

Continua a bruciare la plastica e il capannone della Kalat Impianti che ieri alle prime ore del giorno è stato, con molta probabilità, dato alle fiamme da mano ignota.
Caltagirone si risveglia con una nube impalpabile e invisibile che riempie i carruggi e le strade della città.
Il vento sta trasportando con se l’odore acre di plastica bruciata, l’Arpa ha già istallato le colonnine di misurazione per valutare il rischio ambientale nei comuni vicini agli impianti della Kalat Impianti. La paura del disastro ambientale oltre a quello economico nel territorio si fa sempre più consistente.
I tecnici dell’Arpa sono giunti nel pomeriggio di ieri e la loro attività durerà per le prossime giornate sino allo spegnimento dell’incendio per la misurazione complessiva del danno ambientale. 

Continuano le fiamme

Il materiale plasito, ci dicono, è uno dei più difficili da spegnere, serve molto tempo e le riaccensioni sono continue e vanno monitorate e soffocate sul nascere. Ottimisticamente la condizione potrà definirsi superata solo a fine settimana. 

I danni ammontano a milioni di euro

Non c’è più nulla da recuperare nel capannone che ospitava gli impianti di recupero del secco e l’imballaggio degli stessi.
Ridotta la coltre di fumo nero è stato possibile, stamani, osservare meglio la devastazione nella sua interezza. Le temperature torride hanno fatto collassare un muro dell’impianto, che ha portato con se parte della copertura collassata sui macchinari e i mezzi che a causa delle altissime temperature sono andati completamente in fumo. La  prima stima dei danni è di oltre 5 milioni di euro. 

Telefonicamente abbiamo raggiunto Vincenzo Ciffo, Amministratore unico della Kalat Impianti “la situazione è in miglioramento la percezione di ciò che è accaduto da parte dei cittadini è oggi più elevata, perché l’assenza di vento concentra le polveri. I servizi ai comuni continuano ad essere garantiti, ci stiamo impegnando a trovare impianti analoghi al nostro per non disperdere la differenziata. Già da oggi stiamo conferendo organico, carta, cartone e vetro raccolte tra ieri e oggi e da domani con la plastica contiamo di ritornare alla normalità, nonostante il conferimento avverrà fuori dal territorio calatino.”

Lacrime fra i dipendenti

Il futuro si fa nero come il fumo che si innalza in cielo dagli impianti per gli oltre 30 dipendenti.
Sino alla completa riapertura degli impianti per i dipendenti della Kalat Impianti si fa strada la cassa integrazione con tutte le difficoltà ad essa connesse. C’è chi ieri è giunto sul posto per dare una mano a spegnere le fiamme ma resosi conto dell’impossibilità di scongiurare il peggio ha pianto. Lacrime condivise da tutto il calatino che perde uno dei suoi migliori esempi di virtuosità e efficienza.

Ricostruzione e prime indagini


Una prima ricostruzione dei fatti vedrebbe l’incendio innescato attorno l’una meno venti. Presumibilmente in una balla di cartone sul piazzale che potrebbe essere stata scelta proprio per la sua posizione a favore di vento. I sofisticati sistemi di controllo fatti da termocamere e sistemi di sicurezza interni lanciano l’allarme in pochi minuti. Quando sul posto giungono i Vigili del Fuoco, le forze dell’ordine e i responsabili dell’impianti le fiamme appaiono indomabili. Sono trascorsi solo una manciata di minuti. Le fiamme spinte dal vento faranno saltare nel giro di poco tempo le pompe che alimentano le bocchette antincendio del piazzale che nella prima fase hanno funzionato regolarmente. 

Stamattina, pur di recuperare ogni indizio utile a far luce sull’accaduto, personale del Comando Compagnia Carabinieri di Caltagirone, assistito da personale dei Vigili del Fuoco avrebbe raggiunto una parte del capannone divorato dalle fiamme in cui era alloggiato il sistema di registrazione delle telecamere di sorveglianza. Se le fiamme non hanno distrutto i dischi rigidi e se le temperature torride non ne hanno compromesso i dati custoditi all’interno, gli inquirenti nelle prossime ore potrebbero avere contezza di ciò che da mezzanotte in poi è avvenuto all’interno degli impianti. Se in quel piazzale quella notte c’era qualcuno, le telecamere lo hanno certamente filmato. 


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